Non è un Parlamento per la destra.
Quante volte hanno ripetuto che gli Stati generali erano una passerella, una perdita di tempo, un fatto estetico? Che il confronto vero era in Aula, che giammai avrebbero persino salutato Conte fuori dal Parlamento, neanche con un cenno svogliato? Sì, Tajani aveva successivamente aperto a un confronto a Palazzo Chigi, facendo credere che fosse Villa Pamphilì il vero ostacolo a una discussione col governo. Diciamo che poteva trattarsi di una questione più che politica di tipo architettonico-monumentale: si sa, la destra è gente raffinata. Ma poi eccola l’occasione per un confronto istituzionale, in Aula, secondo i crismi istituzionali tanto invocati. C’è l’informativa del premier in vista del Consiglio Ue di venerdì. Bene, direte voi. Male invece. Perché Meloni nemmeno si presenta e Salvini se ne va dopo l’intervento di Conte. Ci dubitavate? La destra ha una specie di idiosincrasia per le istituzioni democratiche, piacciono le sceneggiate da curva, le esibizioni tipo ‘one man band’ (trad. se la cantano e se la suonano), ma poi la democrazia è un’altra cosa, e anche il confronto politico. E a voi spiace così tanto che la destra si sottragga? A me no.