di Luigi Altea 24 gennaio 2015
Stanno tutti zitti, ma non è il silenzio degli innocenti…Sono i candidati al Quirinale, quelli potenziali e anche quelli poco probabili, che hanno deciso di non parlare. Evitano perfino di farsi vedere in giro. E se proprio devono attraversare la strada…lo fanno con una parrucca e una barba finta, per non farsi riconoscere.
Non si tratta, però, di discrezione o di pudore. Ma di attenzione a non commettere quegli errori che potrebbero compromettere una fragile reputazione, non a prova di domande impertinenti…
Siccome l’apparire conta più dell’essere, negli ultimi tempi si sono concessi con avarizia, e soltanto quando non ha comportato rischi d’immagine…Sempre ispirati da connivenze e quindi sempre terrorizzati da pericolose esposizioni…
Ma perché, invece, i candidati non si rivolgono ai deputati e ai senatori, per dichiarare apertamente il loro programma? Ad esempio: “Se sarò eletto non concederò mai la grazia a un evasore fiscale”. “ Non firmerò mai leggi e decreti di dubbia costituzionalità”, “ Non conferirò mai l’incarico di formare il Governo a un tecnico o a un pregiudicato”.
Possibile che nel paese delle molte mafie, delle logge segrete, dei servizi deviati, delle indagini depistate e secretate… anche l’elezione del Capo dello Stato assomigli tanto a quella del boss di un clan?
Dove sta il nuovo che ci era stato promesso?