Navigare a vista e sparigliare: tutto qui Renzi

per Gabriella
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 19 dicenbre 2016

L’autocritica renziana sarebbe: ‘abbiamo straperso’, abbiamo difettato nella comunicazione, ma la sostanza però è salva; anzi, abbiamo preso più voti di quanto me ne aspettassi, peccato che sono andati a votare più delle previsioni. Punto. Vi sembra la strada per andare in paradiso? Niente affatto. Tant’è vero che la strategia adesso è: dateci una legge purchessia e andiamo a votare domani, oggi stesso, anzi ieri. Stefano Folli ritiene che, per Renzi, le elezioni siano l’unica carta rimasta da giocare, in questo can can post-plebiscitario. “Estrema risorsa” aggiunge a sua volta Massimo Franco. Il PD non fa altro che certificare, così, la sua definitiva trasformazione in un comitato elettorale, che fuori dalle elezioni chiude bottega o al massimo fa l’inventario. Non solo. Dopo aver esaurito tutto l’armamentario propagandistico in questi mesi referendari, ed essersi esaurito a sua volta, ci si chiede che cosa potrebbe dire ancora Renzi agli italiani. Quali altre favole. Il suo ‘nuovo’ è già invecchiato per troppa fretta e per scarso acume politico.

Dopo di che, appare evidente come Renzi sia, ormai, solo la sua leadership, per di più dimezzata e sotto tutela. A forza di leaderismo, tutto il resto (ossia l’essenziale) è destinato a scomparire: niente più partito, niente più comunità, niente più cultura politica, niente più strategie. Un deserto. La scena prevede solo un leader che si muove ‘tatticamente’, a corto respiro, da oggi a domani, con navigazione a vista. Tommaso Ciriaco su Repubblica, dipinge così l’afflato ‘strategico’ di Renzi: vuol “portare gli avversari a scoprirsi”, “l’ex premier intende far uscire allo scoperto le altre forze politiche”, “il leader sa di aver sparigliato”, “è una partita a scacchi”. Cazzullo aggiunge: “Renzi cerca di stanare gli altri”. Ecco perché va bene qualsiasi legge elettorale pur di votare, pur di eludere gli spini conficcati nella carne del PD dal referendum, pur di evitare una riflessione seria, pur di buttarla di nuovo in caciara.

La verità è che questo partito ridotto a comitato elettorale, ad agenzia di comunicazione, persino a grande fratello coi suoi minuti d’odio nutriti di ‘fuori, fuori’ e di qualche insulto, non è programmato per le analisi, per le riflessioni, per comprendere il passato, ma solo per aggredire il presente, visto che il futuro è comunque troppo in là. Il futuro va bene per le strategie, non per le tattiche, non per gli sparigliamenti. Se un giorno dovesse nascere un PD renziano, solo renziano, tutto questo verrebbe viepiù accentuato. Dinanzi ai suoi dirigenti-colonnelli, e dinanzi alla truppa sparsa delle primarie aperte, sparirà del tutto il Paese vero, in nome di una specie di Mulino Bianco dove tutto va bene Madama la Marchesa, anche gli zero virgola. La verità è che il premier ha sempre parlato in nome delle eccellenze, dei primi della classe, dei cervelli in fuga, delle start up, delle menti fine che fanno i Divi in Parlamento o transitano negli uffici di consulenza dei Ministeri, ma ha dimenticato che la platea degli italiani è ben più ampia di costoro. Molto più ampia. E spesso meno soddisfatta. Molto meno soddisfatta.

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