Nasce una maggioranza politica, l’Italia dovrebbe esultare.
Si era detto che il governo Conte II nascesse con una maggioranza eterogenea e si trattasse solo di un patto di potere (ricordate? Il governo populista, il governo senza anima!). Poi abbiamo visto che, nel corso del tempo, quella presunta eterogeneità, attraverso un limpido cammino e il reciproco rispetto politico, ha assunto sempre più toni di consapevolezza e omogeneità. Così che il governo ha conseguito importanti vittorie, come la risposta al Covid, la vicenda Autostrade, il risultato del Consiglio Europeo. Lungo questo cammino l’esecutivo si è rafforzato e la coalizione pure. Oggi possiamo dire che sta nascendo, solo a volerlo, una maggioranza politica foriera di un nuovo sviluppo futuro per il Paese.
La politica non è una scienza. Ci vuole tempo e impegno per ottenere segni visibili e conseguire cambiamenti e risultati concreti. L’idea di dare tutto per scontato e determinato sin dall’inizio è solo segno di stoltaggine o cattiva fede. Così è stato per il Conte II, che invece ha macinato chilometri, ha lavorato instancabilmente, ha condiviso e conseguito obiettivi importanti per il Paese. Oggi chi può ancora affermare che si tratti soltanto di un patto di potere? Non è evidente che la politica è un lavoro complesso, un progressivo commisurare i mezzi ai fini, un’opera di saggezza – ed è tutto meno che una botta di comunicazione e via, tutto meno che una sbornia sovranista o identitaria? Non è palese che le maggioranze politiche, ma anche i partiti, le leadership, i cicli di governo si amalgamano nel fuoco della vicenda politica e si sperimentano nella reciproca e leale collaborazione? Beh, se non è chiaro sinora, non lo sarà mai più.