Fonte: Mucche e corridoi
di Alfredo Morganti – 10 ottobre 2016
Mentre mandrie di mucche inferocite percorrevano l’Europa e l’America, in Italia, tre anni fa si ritenne (in un combinato disposto di destra e sinistra) di affidare il testimone che scottava a Matteo Renzi da Rignano. Un outsider di provincia, un sindaco, uno che non era stato nemmeno deputato ed era ‘scandalosamente’ giovane. La mossa della disperazione per una classe dirigente inadeguata ai tempi, che dovette ricorrere a una manovra politica di palazzo per sparigliare una situazione complicata. Il giovanotto accettò, non prima di avere assicurazioni da tutti, dai vertici istituzionali e dalle opposizione politiche, spingendosi sino ad Arcore. Invece di aprire gli occhi sui danni sociali che la crisi stava provocando al Paese, all’Europa, al Mondo, si tentò di percorrere la stessa strada dei decenni precedenti, quelli pre-crisi, quando il benessere e la globalizzazione ancora vergine spingevano al centro tutti, anche le ali estreme e appiattivano lo scenario politico all’interno di un unico pensiero politico, lo stesso per tutti o quasi, quello del blairismo, del clintonismo, della terza via, del cerchiobottismo filosofico: privatizzazioni, più mercato, meno servizi pubblici, meno regole, meno lacci e lacciuoli, ricchi che diventano più ricchi, briciole di benessere al ceto medio e poveri che diventavano più poveri. La crisi del 2008 ha dato la sveglia. Ci ha provato almeno. Il tessuto sociale ne è uscito stravolto, dilaniato, la società trasformata: ceti medi ‘sfondati’ (si direbbe a Roma), working class deindustrializzata, territori abbandonati, città piene di buche nelle strade e nelle anime, classi dirigenti spaesate che continuano a pensare soltanto all’accumulazione di risorse personali, prestigio oligarchico, status sociale, piaceri anche futili, gadget elettronici, volgarità di vario genere. Le élite, sorde alla realtà della crisi e della sofferenza sociale, hanno continuato un balletto pericoloso, isolandosi ancor più, privatizzando sempre più i loro spazi di privilegi, rinunciando alla responsabilità di dirigere nazioni e consessi mondiali.
I corridoi della politica e della società intanto si intasavano. È sempre più difficile transitarvi, eppure c’è chi ha pensato che bastasse distribuire bonus per salvarsi, sgravi per assumere, annunci e ponti per garantire il consenso. Quisquilie dinanzi alla maestosità della svolta storica all’opera. C’è chi ha scritto che da noi abbiamo curato la malattia, nel 2013, con Renzi, e saremmo perciò in vantaggio rispetto all’America. Sciocchezze, a dimostrazione che anche gli intellettuali a volte non capiscono niente. È Renzi la malattia, altro che, o perlomeno ne è un pessimo sintomo, in ogni caso non rappresenta una cura, al più un palliativo. Rivedessero il loro prontuario medico, dunque. Ci voleva Trump per scuotere. Per additare le mucche che hanno totalmente intasato i corridoi, e oggi impediscono di vederci chiaro, e ci spingono sempre più in un angolo. E badate, non basta solo un bravo allevatore capace di rinchiuderle di nuovo nel recinto e nella stalla. No. La manovra è più complessa, più delicata, investe la cultura politica, non solo la tattica quotidiana o la conquista dei media. Saprà la sinistra uscire dal proprio sonno della ragione, che ha generato mostri (anzi mucche)? Saprà contendere alla destra populista, protettiva, quella dei muri, delle discriminazioni, del razzismo, dei veleni culturali, saprà contenderle la coscienza operaia, quella dei colletti bianchi, delle donne che faticano a sfondare il soffitto di cristallo, dei giovani che sono stanchi di voucher, di bonus, di chiacchiere? Saprà la sinistra rompere la bolla dentro cui si sono insediati i cervelli in fuga, le élite gassose e vanagloriose, le classi dirigenti che guadagnano 600 volte di più dei lavoratori, i cosmopoliti, i trasvoltatori, i liberal, i parvenu intellettuali che intasano a paghe altissime gli staff dei ministeri, gli svagati governanti che hanno tenuto in mano il capo della corda in questi anni, aggrovigliandola clamorosamente?
Per dire, non sarà ora che i giovani studiosi, ricercatori, scienziati che, grazie alle loro famiglie, al servizio pubblico, ai sacrifici di tanti anonimi Cristi, sono divenuti bravi e competenti, la smettano di pensare soltanto alla loro carriera professionale, pronti ad andare anche in Alaska pur di guadagnare tanto e bene, vedendo realizzato il loro sogno a discapito degli altri? Non sarà ora, dicevo, che anche essi si rimbocchino le maniche e diano qualcosa al loro Paese, restituendo collettivamente qualcosa di quanto hanno ottenuto personalmente e generosamente? Durante la Resistenza il fior fiore dei professori universitari e della bella gioventù era sulle montagne, accanto ai contadini. Parafrasando Kennedy: perché non si chiedono quanto siano disposti a dare al loro Paese, invece di chiedere soltanto al loro Paese la possibilità di una carriera professionale? Quanto ci vorrà perché si esca dalla mera consapevolezza della propria condizione per acquisirne anche una più ampia, collettiva e sociale? Dico dei giovani intellettuali, dico dei ‘cervelli in fuga’, ma potrei chiamare in causa molte altre figure sociali, ben più responsabili della crisi e della sua mancata risoluzione, a partire da chi gode di molti privilegi senza contraccambiare mai con nulla. Troppo dovrà cambiare, affinché la sinistra intraprenda la strada giusta, e la politica cessi di considerarsi autoreferenziale per ritornare finalmente grande, come serve a questa misera ma tragica epoca di transizione: una grandezza che è il frutto di un raccordo concreto con la società da una parte e le istituzioni dall’altra. Il contrario di questi anni, nei quali anche i comunisti tutti di un pezzo hanno scelto di sostenere le manovre di palazzo pensando che si trattasse del Palazzo di Inverno, e invece era soltanto Palazzo Chigi. Badate, è così semplice da lasciare sbalorditi. Dove sono i cervelli sopraffini di cui si ciancia? Li aspetto al varco. Si sbrighino però. Tra un po’ le mucche distruggeranno la casa, altro che ingombrare il corridoio.