Fonte: huffingtonpost
di Tomaso Montanari – 6 ottobre 2017
C’è un mondo, fuori.
Fuori dai racconti giornalistici, dal teatro, dagli avvitamenti sui nomi e sulle biografie della vecchia politica: fuori da tutto questo c’è un mondo. Un mondo reale: un mondo da cambiare, “grande e terribile”.
E in quel mondo c’è un popolo. Un popolo che sente sulla propria pelle “la scandalosa realtà di questo mondo” (sono parole di papa Francesco). E che forse, questa è la speranza, è pronto a unirsi per cambiarlo, questo benedetto mondo.
Siamo tanti. “Siamo il 99%”, dicevano gli americani di Occupy Wall Street. Siamo i cittadini comuni. Quelli del tutto sommersi dalla diseguaglianza, e inghiottiti dalla povertà. E, insieme, quelli che ne sono fuori: per ora salvati, ma ben coscienti che i nostri figli staranno peggio di noi.
Tutti insieme, siamo consapevoli di avere perduto ogni potere. Siamo diventati sudditi: di una politica a sua volta asservita al mercato. Una cosa ci accomuna tutti, italiani e migranti, salvati e sommersi: non abbiamo più nulla e nessuno a proteggerci. Non c’è più lo Stato: quello che Aldo Moro progettava, alla Costituente, come una “doverosa forma di solidarietà umana”. Tutto è stato privatizzato: e noi siamo stati privati di tutto.
Ora abbiamo davanti due strade.
Possiamo pensare che non ci sia più niente da fare: e che ci resti solo la rassegnazione. Anche quella privata, individuale, chiusa.
Oppure possiamo provare a fare comunità. E a trovare insieme la forza di cambiare. Sarà una strada lunga ed erta, ma non ci sono scorciatoie. E quella strada passa attraverso la possibilità che nel prossimo Parlamento della Repubblica questo popolo sia rappresentato: il popolo che vuole invertire la rotta. Ci vuole una lista elettorale, una sola perché dobbiamo dare forza e credibilità a qualcosa di più grande della somma delle nostre identità: anche così che si cambia il mondo.
È la Sinistra? Certo, se vogliamo continuare a chiamare così un progetto di eguaglianza, inclusione, giustizia sociale. Ma veniamo da tante storie diverse. Io, per esempio, sono cattolico: mi sono formato sui testi di don Lorenzo Milani. Che a chi divideva il mondo tra “italiani e stranieri” rispondeva: “io rivendico il diritto di dividerlo tra oppressi e oppressori”. E oggi appartiene forse al papa la voce più radicalmente critica sullo stato delle cose.
Ognuno di noi potrebbe raccontare le proprie origini, la propria storia, le proprie convinzioni: sono diverse, anche diversissime. Ebbene, è l’ora di metterle insieme.
Il percorso che, con Anna Falcone e migliaia di persone, abbiamo iniziato a giugno al Brancaccio di Roma e che prosegue oggi con cento assemblee nelle piazze e nei teatri di tutta Italia è solo questo: la proposta di un metodo, di un modo di stare insieme. Dal basso: ridando la parola ai cittadini, e costruendo una nuova alleanza con i partiti, le associazioni, i comitati e i movimenti. Con chiunque vada nella stessa direzione. Oggi quel percorso, quel metodo, quel modo di aprirsi, è a disposizione di tutti: non ha padroni né custodi. Cambiamogli pure nome se volete: ma usiamolo. E senza che nessuno debba chiedere il permesso a nessuno!
Lo dico con umiltà e con tutto il rispetto per i tempi e le discussioni di ognuno: il momento è ora.
Ora che sta diventando chiara la distinzione tra chi vuole solo perpetuare lo stato delle cose e chi è intenzionato a ribaltarlo. Ebbene, ora è venuto il momento di parlare delle cose. Del progetto. Abbiamo bisogno di un luogo aperto, dove tutti si sentano a casa: dove possiamo darci tutti insieme un metodo per decidere.
Tutti: i cittadini che, come me, non sono iscritti a nessun partito. Quelli che sono membri di associazioni o comitati. Quelli iscritti all’Altra Europa, a Mdp, Possibile, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana e a qualunque altra formazione, con i suoi organismi e gruppi dirigenti. Quelli delusi dal Movimento 5 Stelle.
Ognuno con la propria discussione in corso, con le proprie differenze e storie. Ma tutti alla pari, per iniziare a costruire qualcosa che ancora non c’è. Per ribaltare il tavolo dello stato delle cose. Per invertire finalmente la rotta.
È ora il momento di provarci davvero. Tutti insieme, nessuno escluso.
3 commenti
Ecco quanti sono i SUPERSINISTRI, grazie a Giulio Galetti
19 minuti fa ·
AGGIORNAMENTO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA (quella vera, quella pura, quella dura)
1-MDP (articolo 1)
2-Sinistra Italiana (ex SEL)
3-Lista altra Europa con Tsipras
4-Possibile di Civati
5-Campo Progressista di Pisapia
6-Partito Comunista di Rizzo
7-Partito Comunista d’Italia di Alboresi
8-Essere Comunisti di Grassi
9-Partito Rifondazione Comunista di Ferrero
10-Partito Comunista dei lavoratori di Ferrando
11-Partito Comunista d’Italia marxista leninista di Savio
12-Partito Marxista leninista di Scuderi
13-Partito di alternativa Comunista di Lotito
14-Rivoluzione Civile di Ingroia
15-Verdi di Covatta
16-Lotta Comunista
17-Comitati d’appoggio alla Resistenza
18-Partito Comunista (Marxista-Leninista) Italiano.
19-Partito Comunista d’Italia (marxista-leninista)
20-Partito Comunista dei Lavoratori.
21-Partito Comunista di Sardegna.
22-Partito Comunista Internazionalista.
23-Partito della Rifondazione Comunista. Sinistra Europea
24-Partito di Unità Proletaria per il Comunismo.
25-Rete dei Comunisti
26- Demagistris Sindaco – Più che un partito un programma
27- Sinistra Critica di Marco Rizzo, col simbolo quadrato così che non possa esser messo sulle schede elettorali, purtroppo si scinde dopo meno di 20 mesi dalla sua fondazione in due tronconi:
27bis – Sinistra anticapitalista
27tris – Solidarietà Internazionalista di cui ci piace citare alcuni convegni significativi come MARX RELOADED
28 – Libertà e Giustizia
29 – Alleanza popolare per la democrazia e l’eguaglianza (quelli del Brancaccio)
30 – Diem25 (quelli di Varoufakis)
il n. 28 è inesatto: questa Associazione non è equiparabile agli altri.
Invece aggiungerei: “Giustizia e Libertà” di Antonio Caputo di Torino,
“Alternativa” di Giulietto Chiesa di Roma.
Questi appelli sono veramente fantasmagorici. Mi fanno venire in mente quelle rappresentazioni teatrali dove sul palco al culmine della vicenda, i protagonisti insieme, ovvero tenore, soprano, baritono all’unisono intonano ” Orsù partiam, uniti andiam, andiammmmm!!!!” Naturalmente non vanno da nessuna parte, restano sul palco, cala il sipario, il pubblico applaude. La sala lentamente si svuota, domani ci sarà un’altra rappresentazione.