Il ministro sui Carboni

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Lucia Del Grosso
Fonte: Lucia Del Grosso
Url fonte: http://www.luciadelgrosso.it/?p=1752

di Lucia Del Grosso – 16 gennaio 2016

Se ho capito bene il signor Boschi si è rivolto a Flavio Carboni (do you remember, quello sotto processo per aver costituito la P3, implicato anche nella morte di Calvi …… Personcina dalla biografia limpida e lineare) per chiedergli consigli su chi nominare direttore della Banca Etruria.

E qui si fa fatica a capire: il signor Boschi, tra tanti consulenti eccellenti e di ottima reputazione professionale operanti in Italia, ha pensato di farsi aiutare invece da un faccendiere al centro di operazioni come minimo opache. Se non credessimo che il signor Boschi è una brava persona, come ha detto il ministro sua figliola, ci sarebbe venuto il sospetto che evidentemente pensava di tirare fuori dai pasticci la Banca Etruria con una cura omeopatica, cioè aggiungendo qualche altro pasticcio di Carboni.

La notizia è online da stamattina e:

  1. non ho letto smentite;
  2. non ho letto dichiarazioni di esponenti della cosiddetta sinistra dem, cioè quella che si batte strenuamente per riportare il PD nell’alveo del centrosinistra, forse perché pensano che sia perfettamente compatibile con i principi della sinistra avere a che fare con gli ambienti di Carboni;
  3. non ho notizia di particolare nervosismo tra coloro che sono rimasti nel PD pur con il cuore straziato nell’assistere alla deriva del partito.

Poi si addebita alla stampa una linea di asservimento alla narrazione governativa, il che è comprovato, ma stavolta la notizia c’è, quella che non c’è è la reazione.

Perché è falsa e fuorviante quell’idea “americana” che è la stampa a creare l’opinione pubblica.

L’opinione pubblica è mobilitata dai partiti, senza partiti che indirizzano il dibattito non si spezza il cortocircuito stampa di regime/opinione pubblica indifferente o impegnata in distrazioni di massa.

La notizia c’è, ma viene lasciata cadere, soppiantata da altre notizie. Per esempio qualche altra scivolata grillina in periferia, come a Quarto.

E per questo è essenziale chiedere che il ministro Boschi riferisca immediatamente in Parlamento delle frequentazioni di suo padre con il faccendiere del Crac Ambrosiano, se ci sono state e perché, e poi intraprendere le azioni conseguenti, compresa la richiesta di dimissioni.

E i primi a farsi promotori dovrebbero essere i Cuperlo, i Bersani e gli Speranza, se è vero che stanno lavorando per riportare il partito allo spirito fondativo, di forza progressiva che mobilita la società e la mantiene vigile su tutti i pericoli della democrazia.

Prima il Paese, poi il partito e poi i destini individuali, diceva Bersani. E sarebbe il caso di ristabilire questo ordine di priorità: prima disincrostare lo Stato dall’inquinamento dei faccendieri con un’operazione verità. O è tollerabile lo spadroneggiare di questa fauna rapace in gangli vitali del Paese mentre la sinistra PD centellina le prese di posizione attenta a non urtare gli equilibri?

Pazienza se per farlo bisogna tenere un ministro sui “carboni”.

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