Fonte: facebook
di Antonio Napolitano – 6 ottobre 2014
Il famoso duo del “Corriere” – famoso come Flik&Flok, Ric&Gian, Gianni&Pinotto dell’economics – Alesina&Giavazzi, ma sarebbe meglio dire, visti gli esiti demenziali della loro “austerità-che-porta-crescita”, i BlueBrothers dell’economics, tornano alla carica.
E dopo aver smontato la ‘Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza’, pubblicato la scorsa settimana dal governo e dove, essi dicono, si sostiene contro ogni evidenza che: << la crescita miracolosamente aumenti di quasi un punto>> quando perfino l’Ocse prevede un <<misero +0,1>>, si chiedono,-come del resto facciamo noi-come e da dove:<<verrà quel mezzo punto di crescita in più>>?
Ovviamente, i nostri Blubrothers non credono – come peraltro noi- ai miracoli, soprattutto in economia, ragion per cui la risposta a questa loro retorica domanda è presto detta.
E così sentenziano:<<Se la crescita non dovesse raggiungere il livello previsto dal governo anche l’obiettivo di un deficit inferiore al 3% verrebbe mancato, salvo una correzione dei conti in corso d’anno che in parole semplici vuol dire un aumento di imposte>>.
Siamo, insomma, in piena situazione surreale, se proprio il duo Alesina&Giavazzi arriva a bacchettare Padoan perché attardato su quanto loro stessi avevano sostenuto da illo tempore come il Verbo, anche se con improvvisa deviazione e variazione solo un mese fa. Al superministro i BlueBrothers rimproverano, infatti, di non aver dato loro retta, avendo nel frattempo ripudiato l’antica ricetta da stregoni, andando direttamente al cuore del problema: tagliare nel tempo di 40 miliardi e più il carico fiscale sulle imprese e i salari, procedendo progressivamente alla drastica riduzione delle voci di spesa riguardanti il già rachitico welfare italiano,
Insomma, avviare quella cura dimagrante della spesa pubblica invocata da sempre, ma facendo quello che non si è avuto finora l’ardire di fare, piantandola con la storiella dell’austerità che porta crescita, o meglio coniugandola apertamente e sfacciatamente solo per chi ne rimarrebbe fuori o definitivamente ai margini, lasciando fare e sul serio agli animali spiriti in un tripudio mercatista finalmente dispiegato.
Il nostro duo è talmente furibondo con il loro collega divergente e un po’ somaro, che non esitano a concludere:<< Certo, è più facile per il ministro dell’economia fare poco o nulla cercando di resistere sotto il 3%, magari con un aumento mascherato della pressione fiscale, e farsi applaudire nei consigli europei.>> Il che è esattamente quello che il Padoan – il ministro degli 80 denari e del 40,8%- ha puntualmente fatto in esecuzione dei desiderata del suo Capetto. Ma il duo Alesina&Giavazzi ora non ci sta, avendo nel frattempo e con azzardata manovra a U abbandonato la carreggiata dell’austerità per quella dello sviluppo e la riscoperta della Domanda, previo abbattimento della spesa pubblica. Così dà dell’incompetente al collega e con la stessa sprezzante brevitas si allinea allo strappo del direttore Ferruccio Caruccio De Bortoli. Anche perché, chiudono sconsolati:<< Un piano complessivo e innovativo di tagli di tasse, riduzioni di spesa e riforme richiederebbe un massiccio investimento di credibilità politica>> e questa non c’è. O meglio, non c’è più nei confronti del Capetto di governo, né nel suo più stretto e fido esecutore: il Padoan, ministro al 3%.