Fonte: huffingtonpost
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha decretato dunque una pesante stretta protezionistica sulle importazioni. Dazi fino al 100% su merci di origine europea, compresi prodotti italiani cult quali Vespa e acque minerali. Perché? Per ritorsione: c’è stata una violazione dell’impegno di acquisto da parte dei Paesi dell’Unione Europea di carni americane (per carità, quelle promesse senza ormoni, dato che quelle imbottite di ormoni se le mangiano gli americani, del resto felicemente abituati a campare mediamente meno degli europei e degli abitanti di diversi Paesi asiatici…).
Si sono immediatamente aperte le cateratte: articoli, commenti, reazioni indignate, titoli di giornali da dichiarazione di guerra, prese di posizione di partiti, leader politici, governi, quello italiano in prima fila. Grida. Nel nome del Libero Mercato (se ci sia e cosa sia il “libero mercato” sarebbe un interessante argomento di discussione, che però esula da queste brevi note). E si capisce: ci sono rilevanti interessi economici in ballo, soprattutto per Paesi prevalentemente esportatori quali l’Italia. Ma si confronti questa bollente reazione con un’altra mancata reazione per atti, compiuti o annunciati dall’amministrazione americana di estrema destra, di ben altra scala e di più catastrofico impatto non sulla circolazione di merci, ma sul pianeta Terra. In particolare sul nostro continente e sul nostro Paese.
Donald Trump e la Corte dei Miracoli che costituisce ora il governo della maggiore potenza mondiale hanno fatto o si preparano a fare le seguenti cose. Ridotto di un terzo i fondi dell’EPA (l’Agenzia federale per la protezione dell’ambiente, e messo alla testa della medesima un simpaticone che nega ci sia un problema dell’ambiente). Azzerate le regole sull’inquinamento industriale. Ridotti del 90% i fondi per la bonifica dei grandi laghi (che riforniscono di acqua potabile 40 milioni di abitanti). Tolti i limiti alle emissioni automobilistiche. Liberalizzate le trivellazioni costiere. Deciso in via definitiva (questione non centrale, ma carica di simboli),il passaggio degli oleodotti Keystone e Dakota Access dalle terre dei Sioux.
E fin qui, un cinico potrebbe dire: affari loro. Gli americani hanno voluto la bicicletta, ora pedalino… Purtroppo c’è dell’altro, che ci riguarda direttamente.
E’ stata annunciata “Una nuova era per l’energia americana”. E ci vorrebbe una moratoria per le parole “Nuovo” e “Moderno”: imballaggi per rivenderci il peggior Passato. Infatti.
Gli Stati Uniti di Trump disdicono gli accordi di Parigi sul clima e la loro implementazione di Marrakesch. Viene cancellato il Clean Power Plan di Obama, che prevedeva, al di là degli impegni di Parigi, una riduzione delle emissioni di CO2 del 32% in 25 anni. Viene riattivata al massimo la produzione energetica da gas, petrolio, carbone. E i cambiamenti climatici? Un falso, un complotto stregonesco contro la prosperità americana.
La notizia enorme è dunque questa. Se si impennerà la produzione di gas serra, e non si conterrà entro il secolo l’aumento della temperatura entro i due gradi, più che di Vespe della Piaggio, avremo bisogno di motori marini per approdare al porto di Firenze o di Bologna. E se la temperatura continuerà ad aumentare, per dirne un’altra a caso, l’avanzata dei deserti lascerà senza acqua e terre coltivabile porzioni crescenti di umanità, soprattutto in Africa. E allora – qualcuno provi a spiegarlo ai trumpisti di ghisa e de noantri- i migranti climatici si muoveranno non a migliaia, ma a milioni.
Il nuovo Presidente degli Stati Uniti ha compiuto un atto minaccioso di aperta ostilità verso il resto del mondo. Che danneggia direttamente Europa e Italia. La notizia enorme perciò è senza dubbio questa, ma ha meritato però solo qualche distratto commento, qualche taglio basso di prima pagina, e il silenzio sostanziale delle autorità politiche e governative europee e italiane. Sussurri.
Percezione decisamente asimmetrica rispetto alle grida sollevate dai dazi sulla merce. Ma quando, invece che salire, scende la scala delle priorità vere, la politica è morta.
Cortesemente allora, i media, possono alzare un po’ l’attenzione? E l’Unione Europea, reduce dalle celebrazioni di Roma, e il governo italiano, possono dire qualcosa? Grazie.