Melonismo. La sciocchezza di scegliere Calenda o andare da soli

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Melonismo. La sciocchezza di scegliere Calenda o andare da soli.
A questo punto della campagna elettorale, con la vittoria pressoché certa del centrodestra (a meno di clamorosi colpi di scena), c’è ancora qualcuno che ritenga una mossa ben azzeccata l’ostracismo verso Conte, in nome prima di un “campetto” strettissimo con Calenda e poi della scelta di andare da soli? Ma il 10% del voto che andrà ai 5stelle va considerato falso? Oppure Letta non aveva alcuna intenzione di vincere, tantomeno di provarci? O meglio si trattava solo di rendere innocuo Conte, sfilandogli anzitempo anche Di Maio?
Perché, ora che il velo draghista sta cadendo, e le alte grida di dolore che hanno accompagnato la caduta del governo sono divenute gridolini estivi, è sempre più evidente la sciocchezza di tenere da parte un (ancora) alleato con buona dote elettorale, per accollarsi Calenda, un vero incapace dotato di percentuali risibili (oltre che politicamente avulso alla sinistra, anche la più moderata). Ma già allora, se ricorderete, fu proprio Calenda ad alzare ideologicamente il muro contro Conte, e a mollare Letta a divorzio ormai consumato con l’avvocato ex premier.
Ps, a questo punto scattano quelli che dicono peste e corna di Conte e che sostengono che sia stato lui a non volere l’alleanza, mentre Letta non vedeva l’ora. No, ve prego.
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