Fonte: Politica prima.it
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di Giangiuseppe Gattuso – 21 Novembre 2014
Strano paese l’Italia. Fatto di cittadini che si indignano per gli sperperi, le ruberie, il malaffare della ‘politica’ e dei partiti.
Per i finanziamenti pubblici finiti a ostriche e champagne, festini, e soddisfacimenti privati di ogni genere. Di milioni di tifosi che nemmeno lontanamente protestano per i compensi vergognosi dei calciatori e nemmeno per quelli capaci di mettere a soqquadro intere città. Di cittadini che manifestano duramente per le periferie degradate, per i rom e per gli immigrati che ci invadono. E che possono infettarci con qualche malattia dimenticata e con quelle, ancora peggio, nuovissime come Ebola.
Che ritiene ingiusto e sbagliato sperperare risorse preziose invece di aiutare i tanti cittadini che stanno peggio e che non hanno lavoro. Come spendere milioni di euro per i salvataggi in mare. Meglio intervenire nei paesi di provenienza così da bloccarli in partenza. C’è sempre la preoccupazione che si infiltrino i terroristi dell’Isis e magari taglino qualche testa. Paura. Tanta paura. Anche oltre la realtà.
L’Italia è il Paese più ignorante al mondo. Lo certifica l’indagine appena conclusa da Ipsos: “I pericoli della percezione”, effettuata tra 14 Stati. Gli italiani sono dei creduloni e hanno una visione scorretta della realtà. Di quello che succede nella società. Pensano che il 30 per cento della popolazione sia composta da immigrati, mentre il dato effettivo si ferma a poco più del 7. E che la presenza di musulmani sia arrivata al 20 per cento, mentre invece è del 4 per cento reale. Sulla disoccupazione la percezione arriva addirittura al 49 per cento, praticamente una persona su due. Un dato oggettivamente insostenibile. Ma i numeri effettivi si fermano al 12,6 per cento. Insomma, una conoscenza così superficiale e scorretta dei fatti che piazza il popolo italiano ai primi posti della classifica per “ignoranza”. Per la scarsa capacità di interpretare con scrupolosità ciò che accade davvero.
Un popolo di sprovveduti. Facilmente influenzabile. Attento all’interesse individuale e molto poco a quello pubblico. E di poca memoria.
Al punto che dimentica chi c’era al governo e nella maggioranza quando si sono fatte le leggi che regolano la presenza degli stranieri nel nostro Paese e che hanno emanato i provvedimenti governativi per le sanatorie in favore di centinaia di migliaia di stranieri extracomunitari. E che, sostanzialmente, è nei gangli del potere centrale e periferico della parte più prosperosa del Paese da oltre un quarto di secolo.
Già a giugno del 1987, con una piccola percentuale, la Lega entra in Parlamento. Ma alle elezioni regionali della Lombardia del 6 maggio 1990 raggiunge il 18,9% dei voti. Matteo Salvini, l’uomo che gira l’Italia in felpa spacciandosi come l’ultima novità della politica e che, sulla base di carrellate di luoghi comuni e facili slogan diretti alla pancia della gente, miete consensi in lungo e in largo, non è affatto un novizio. Fin da ragazzo fido collaboratore di Umberto Bossi, e famiglia, e di Roberto Maroni, ex Ministro dell’Interno per anni.
Inizia la sua carriera nel 1990 e nel 1993 viene eletto consigliere comunale di Milano e vi rimane per venti anni. Iscritto alla Lega dal 1990, è stato Responsabile del Gruppo Giovani di Milano dal 1994 al 1997 e, dal 1998, sino al 2004, ha ricoperto l’incarico di Segretario Provinciale della Lega Nord Milano.
Dal 2009 è parlamentare europeo. Dal 2 giugno 2012 è Segretario Nazionale di quel partito che all’art. 1 del suo statuto, approvato dal Congresso Federale del 20 luglio 2014, così recita: …”la Lega Nord… ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana.
Si, c’è scritto proprio così. Ma incredibilmente agli italiani non importa. Lui vuole ripulire le città dai rom e dagli immigrati. Lui si che sa come fare. Il Matteo n. 2 sembra inarrestabile, le televisioni fanno a gara per averlo in studio. E, all’infuori del Matteo n. 1, non c’è storia per gli altri leader. Spariti. Consapevolmente o meno.
Un popolo strano davvero l’Italia.