Mattarella a una ragazza italo-argentina: “Ti dicono ‘torna al tuo Paese’? Sono sciocchezze”

per Gian Franco Ferraris

Mattarella a una ragazza italo-argentina: “Ti dicono ‘torna al tuo Paese’? Sono sciocchezze” (Video)

“Non so chi ti abbia mai detto di tornare al tuo Paese. Il tuo Paese è questo. I veri italiani sono quelli come te, non quelli che ti dicono queste sciocchezze. Perché il nostro Paese è fatto da voi, da qualunque parte si venga, convinti di doversi impegnare insieme per avere un futuro migliore. Questo è quello che rende conforme allo spirito della nostra Costituzione, quindi pienamente dentro la nostra Repubblica”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con i ragazzi del Punto Luce di Save the Children a Ostia rispondendo alle parole di Sofia di diciotto anni, italoargentina. “Io per lo Stato sono italiana – aveva detto – ma per molte persone della società non lo sono. Mi dicono di tornare al mio Paese, che rubo posti che non mi appartengono”

da La Stampa

Mattarella e l’italo-argentina “rifiutata”: “Cara Sofia, i veri italiani sono come te

ROMA. Gli «italiani veri» non si riconoscono dal passaporto o dal colore della pelle. Li distingue la loro voglia di rimboccarsi le maniche per costruire un domani insieme. E chi discrimina i nuovi arrivati, invitandoli a tornarsene da dove sono venuti, dice solo «sciocchezze». Così risponde Sergio Mattarella a una ragazza italo-argentina che gli racconta come la trattano da quando è arrivata. Siamo a Ostia, città dormitorio alle porte della Capitale, dove il presidente è in visita al Punto Luce delle Arti: uno degli spazi educativi (26 in 15 Regioni) messi in piedi da Save the Children per combattere la marginalità delle periferie urbane.

Il quartiere di Ostia Ponente è «tutto sporco e rotto» lo descrive Azzurra; «non ci offre niente» conferma Francesco, anche lui 11 anni, ma almeno qui si disegna, si dipinge, si espone sulle pareti. Tutto può aspettarsi Mattarella tranne che gli pongano domande impegnative. Finché tocca a Sofia, 18 anni, da nove tra noi. L’Italia «è fantastica anche se non è stato facile», va subito al punto: «Per lo Stato io sono italiana, ma per molte persone di questa società no, non lo sono. Infatti più di una volta mi hanno detto di tornarmene nel mio Paese perché restando qui rubo dei posti che non mi appartengono». Nelle parole di Sofia si coglie delusione.

Mattarella prende il microfono ma parla sottovoce. «Non so chi ti abbia mai detto di ritornare al tuo Paese: il tuo Paese è questo», la incoraggia. «I veri italiani sono quelli come te, non come quelli che ti dicono queste sciocchezze. Perché il Paese è fatto da noi, da tutti voi, da qualunque parte si venga, convinti di doversi impegnare insieme per avere un futuro migliore». Il senso civico, l’essere parte della comunità nazionale: «Questo è ciò che rende davvero conformi allo spirito della nostra Costituzione, e quindi pienamente dentro la nostra Repubblica», assicura il presidente.

Nessuna polemica nelle sue riflessioni, nemmeno bersagli nascosti; la consapevolezza semmai che l’Italia non è più quella del passato. Giorni fa è uscita una ricerca della Fondazione Ismu Ets, dalla quale si apprende come nel 2022 siano stati 213.716 gli stranieri che hanno legalmente acquisito la cittadinanza. Più che in Spagna (seconda in Europa), più che in Germania.

L’età media dei nuovi cittadini è 31 anni, una popolazione giovane che si vuole inserire o, se piace l’espressione, integrare. Per quanto gli sbarchi siano in calo e (con la destra al governo) nessuno gridi più all’«invasione» o alla «sostituzione etnica», l’immigrazione è una realtà con cui misurarsi.

Mattarella fissa i confini di una nuova identità nazionale che propone sfide inedite, quotidiane. Proprio ieri si sono rivolti a lui dall’istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello, al centro della bufera per la chiusura decisa nel giorno del Ramadan: «Presidente intervenga perché ci sentiamo soli». Più che un appello, un SOS.

 

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