Fonte: La Repubblica
di Maria Boscarol – 21 gennaio 2018
Alcune “pillole” del pensiero di Max, oggi dall’Annunziata.
“Se nessuno vince, il presidente (della Repubblica ndr) sceglierà la personalità che possa raccogliere il maggior consenso politico. L’importante è che anziché fare inciuci ci si affidi alla corretta prassi elettorale.”
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“Questa legge è un inganno: i maggiori partiti cercano di avere più forza per poter trattare. Proprio perché si è fatto questo pasticcio, dopo bisogna seguire prassi istituzionale corretta: se non c’è maggioranza politica, spetta al Presidente della Repubblica che consulta e indica una soluzione che mette tutti di fronte alle proprie responsabilità”.
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“Io non partecipo alla criminalizzazione del Movimento 5 Stelle anche perché è senz’altro più preoccupante la deriva neofascista della Lega”.
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“Questa legge è un obbrobrio, lo diceva anche la Bonino che ora però cerca voti con quella legge. Mi dispiace per Emma, la conosco, la rispetto, siamo anche amici. Ma è una scelta che fatico a capire”.
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D’Alema si candiderà con Liberi e Uguali in Puglia e ha sottolineato che l’ambizione, a livello nazionale, è quella di arrivare a un risultato “a due cifre”.
Ecco il resoconto de La Repubblica
La legge elettorale è un ‘pasticcio’, al quale non si può mettere rimedio con altri pasticci. Massimo D’Alema (Liberi e Uguali) è convinto che, dopo il 4 marzo, si debba seguire una prassi corretta istituzionale, senza sorprese per gli elettori: “Se non c’è una maggioranza politica spetta al presidente della Repubblica che consulta e propone una soluzione che mette di fronte tutti alle proprie responsabilità”, ha detto l’esponente LeU a In mezz’ora in più di Lucia Annunziata. L’esponente LeU, poi, invita Pd e Fi a fare chiarezza: “Se fanno accordo, lo dicano” e si dice più preoccupato per la ‘deriva neofascista della Lega’ che non da M5s.
• DELUSIONE BONINO
“Se nessuno vince – prosegue D’Alema – il presidente della Repubblica sceglie la personalità che raccoglie il maggior consenso possibile”. La legge con la quale si va alle urne proprio non va giù a D’Alema, che la ritiene ‘un obbrobrio’. E non si fa capace della decisione di Emma Bonino, che prima era dello stesso parere e che però ora “cerca voti con quella legge. Mi dispiace per Emma, la conosco, la rispetto, siamo anche amici. Ma è una scelta che fatico a capire”, ha detto, parlando dell’intesa tra la Bonino e il Pd con l’ingresso di +Europa nella coalizione di centrosinistra.
E non risparmia accuse a chi, secondo lui, è artefice di tanta confusione: “Renzi voleva stravolgere la Costituzione con una riforma che è stata cancellata dal referendum, si è perso un anno a fare cose e riforme sbagliate che poi sono state cancellate, mentre se si fosse dialogato e ragionato, oggi questo problema non ci sarebbe”, ha detto, parlando del rischio di ingovernabilità dopo il voto. E attacca l’ex premier: “Una volta tanto sono d’accordo con Renzi che, dopo aver cercato, senza riuscirci, di stravolgere la Costituzione è stato costretto a leggerla”. Le conseguenze sono, a parere di D’Alema, serie: “Hanno fatto un accordo Renzi, Berlusconi e Salvini, si tratta di una responsabilità grave e ne va dell’avvenire dei cittadini italiani”, accusa.
• STRANE ALLEANZE
L’eponente LeU insiste sulla necessità di essere chiari davanti agli elettori. Chiarezza che chiede soprattutto al Partito democratico e a Forza Italia: “Un’alleanza tra Pd e FI non è una grande coalizione, se si vuole un accordo politico lo si deve dire prima, in modo che i cittadini possano scegliere. Quando parlo di un governo del presidente intendo invece dire che se ci troviamo di fronte ad una situazione di stallo, il presidente agisce e propone una personalità al di sopra delle parti che interviene”.
• M5S E LEGA
Se dovesse scegliere qual è il pericolo maggiore tra il Movimento di Beppe Grillo e il Carroccio, D’Alema non ha dubbi: “Io non partecipo alla criminalizzazione del M5s – ha detto – anche perché è senz’altro più preoccupante la deriva neofascista della Lega”.
• GRASSO SUPERPARTES
Piero Grasso, secondo D’Alema, “rappresenta bisogno di onestà e lealtà e istanza di giustizia sociale del Paese”. “Siamo uniti nella comune convinzione di un progetto politico nuovo che vuole riproporre funzione storica di un centrosinistra di governo con i suoi valori. Attorno a Grasso personalità di varie esperienze politiche”, ha detto. Il presidente del Senato “non è collocabile all’interno di questa geografia interna del partito, lui si colloca al di sopra. E comunque Grasso è stato candidato dal Pd e ne è uscito. All’origine di questo c’è la scelta politica”
• OBIETTIVI AMBIZIOSI
Ma quanto punta a raggiungere LeU? “Liberi e Uguali è nata per dare una risposta a quei lavoratori che si sono sentiti traditi, a quegli insegnati che hanno subito una legge che trasforma scuole in aziende e a tutti i cittadini che si sentono delusi e non votano e sono elettori di centrosinistra. Noi siamo persone responsabili. Io ho l’ambizione è arrivare alle due cifre, ma adesso bisogna conquistarle. Il mio collegio non lo vuole nessuno, io vado in mezzo alla gente e sono fiducioso”, ha detto D’Alema, il cui obiettivo è “riportare alle urne le persone che altrimenti resterebbero a casa, come lo hanno fatto in questi due anni che è stata una sequenza di dolorose sconfitte. Noi non siamo quelli che hanno diviso – ha poi chiarito-. Quel popolo era già stato diviso. E noi siamo nati per dare una risposta a quella divisione, per cercare di recuperare un mondo e dire che non è vero che non c’è più nessuno che vi rappresenta”. E lancia un appello al Pd che “negli ultimi anni ha perduto tutte le elezioni possibili e forse una qualche riflessione sul perché un pezzo dell’elettorato tradizionale preferisce rimanere a casa andrebbe fatto. Noi vogliamo riportarlo in campo e se noi lo facciamo sarà difficile per la destra sfondare il 40%, se noi non ci fossimo la gente resterebbe a casa. Non facciamoci del male, il Pd ci lasci lavorare”, ha aggiunto, sostenendo che “l’ossessione del Pd con cui si è aperta questa campagna elettorale non è ‘battiamo la destra’ ma ‘schiacciamo Liberi e Uguali'”.
• CASO GORI
Per quanto riguarda la Lombardia, per D’Alema “la candidatura di Giorgio Gori in Lombardia è stata imposta senza un confronto, senza le primarie e ha creato un clima negativo. Nel Lazio la personalità di Zingaretti, il programma di Zingaretti e la sua attenzione verso la sinistra hanno facilitato un accordo che invece in Lombardia i nostri militanti della regione non hanno ritenuto possibile”. Nel Lazio e in Lombardia, ha spiegato ancora, LeU ha fatto scelte opposte perché ci sono due “situazioni diverse che hanno condotto a due scelte diverse. Noi presentiamo Rosati e pensiamo che sia meglio di Fontana e Gori.