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Redazione Tiscali 7 ottobre 2016
Marino e gli scontrini, assolto l’ex sindaco di Roma. Lui: “Finalmente ristabilita la verità”
La Procura aveva chiesto 3 anni e un mese di reclusione. Orfini: siamo contenti, ma Marino andò via per incapacità non per questo fatto
Lo “scontrino gate” costato all’ex sindaco Ignazio Marino il posto in Campidoglio finisce con un nulla di fatto. L’ex sindaco Ignazio Marino è stato assolto dalla triplice accusa di peculato, falso e truffa. La sentenza è stata pronunciata dal gup Pierluigi Balestrieri, che respinto le richieste dei pm Roberto Felici e Pantaleo Polifemo. La Procura aveva infatti sollecitato per Marino la pena di 3 anni e un mese di reclusione, scontata di un terzo per la scelta del rito abbreviato. Il Campidoglio, costituito parte civile, aveva chiesto 600mila euro di risarcimento per il danno d’immagine procurato alla città. Per la Procura, il chirurgo di centrosinistra avrebbe pagato con la carta di credito del Comune 56 cene private, fatte passare come “incontri istituzionali” negli scontrini di servizio. I banchetti irregolari sono stati scovati dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria: sono stati consumati tra il luglio 2013 e il giugno 2015. Il conto totale addebitato al Campidoglio ammontava a circa 13mila euro.
Marino: finalmente ristabilita la verità
“Sono felice me lo aspettavo, sapevo di essere innocente”, ha detto l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, lasciando il tribunale dopo la sentenza di assoluzione. “Di fronte ad accuse così infamanti da media e politica – ha aggiunto Marino apparso visibilmente commosso – è stata finalmente ristabilita la verità”. “I mio futuro politico? Devo dire che non è questo il momento per prendere decisioni ma è invece un momento di riflessione su quello che è stato e su quello che verrà”, ha aggiunto. “Questa decisione sarà oggetto di valutazione in sede politica e sarà criticata o lodata espressamente a seconda dei punti di vista. Per me questa decisione ha soltanto il valore del ripristino della verità e della conseguente mia interiore tranquillità”, ha aggiunto.
Le accuse contro l’ex sindaco di Roma
Nel capo d’imputazione i pubblici ministeri scrivono che Marino avrebbe pagato i pasti “nell’interesse suo, dei congiunti e di altre persone non identificate”, cagionando “un ammanco stimato in euro 12.716”. Questa condotta gli costava la contestazione di peculato. Il falso, invece, sarebbe stato commesso in relazione alle “disposizioni impartite al personale affinché formasse dichiarazioni giustificative inserendo indicazioni non veritiere, tese ad accreditare la natura istituzionale dell’evento e apponendo in calce alle stesse la di lui firma”, si legge nel capo d’imputazione. L’accusa di truffa si riferisce infine alla Onlus Imagine, fondata nel 2005 dal chirurgo dem.
L’ex primo cittadino, in concorso con altre tre persone, avrebbe predisposto la certificazione di compensi per prestazioni di soggetti inesistenti, risparmiando circa seimila euro di contributi, tra il 2013 e il 2014. Marino è stato assolto perché il fatto non sussiste, per gli scontrini. Per la Onlus il fatto non sussiste.
Orfini: Marino via per incapacità
“Quando avevamo condannato l’episodio degli scontrini speravo che Marino dimostrasse la sua innocenza. Sono contento che sia stato assolto. Noi non abbiamo mai chiesto le dimissioni di Marino per la vicenda degli scontrini, voglio ricordarlo, ma per la sua totale incapacità di gestire la città di Roma. Fu sel a presentare una mozione di sfiducia per quel motivo. Noi siamo un partito garantista”, ha detto il commissario del Pd di Roma Matteo Orfini.