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Ora i sostenitori del Sì vogliono convincerci a sostenere la riforma al grido di “mamma, li turchi!”. Ma “li turchi” avranno carta bianca proprio grazie alla riforma.
Approvare la riforma temendo l’arrivo di Salvini (o chi per esso) è una contraddizione. È infatti l’attuale Costituzione, con i suoi contrappesi e le sue garanzie, a tutelarci da derive autoritarie.
Un esempio: l’articolo 64 modificato dalla riforma si limita a costituzionalizzare lo statuto delle opposizioni e demanda i poteri delle minoranze ad un regolamento da scrivere in futuro e che sarà approvato a maggioranza assoluta, quella maggioranza assoluta eletta con l’Italicum. Una maggioranza assoluta composta da un unico partito perché il premio andrà alla lista, non più alla coalizione tra diverse forze politiche. Cioè sarà la falsa maggioranza monocolore (pari anche al 25%, non essendoci un quorum al ballottaggio) a dire cosa possono o non possono fare le opposizioni.
Riporto un approfondimento de Il Sole 24 Ore, quotidiano neanche lontanamente sospettabile di antipatia verso il permier: “Si presentano tutti i partiti, senza alleanze, le prime due liste accedono al secondo turno, chi vince conquista il 55% dei seggi e può governare in monocolore”.
Chi spera nell’accordo firmato da Cuperlo resterà doppiamente deluso perché il premio di maggioranza non è in discussione. In ogni caso quel documento è un feticcio privo di qualsiasi valore politico: Cuperlo non rappresenta la minoranza del Pd (schierata per il No) ed eventuali modifiche alla legge elettorale andranno ovviamente concordate con gli altri partiti al governo (Ncd e Ala).
Ma approfondendo il testo è evidente che i pericoli non sono insiti solo nell’articolo 64. Per effetto dell’articolo 94 la fiducia al governo sarà concessa o revocata solo dalla Camera dei deputati.
Con l’articolo 72, comma 7 vengono contingentati i tempi per tutti i decreti legge che il governo ritiene come necessari per l’attuazione del suo programma. In pratica il governo sarà titolare permanente dell’agenda parlamentare attraverso l’istituto del voto a data certa. Questo vuol dire che le opposizioni non avranno alcun potere di interdizione. Allo scadere si vota.
Riesce a fare peggio l’articolo 78: lo stato di guerra potrà essere deliberato a maggioranza assoluta e dalla sola Camera dei deputati, governata dalla maggioranza assoluta eletta con l’Italicum. Sulle missioni militari sarà il governo a decidere senza che nessuno possa opporsi.
Un Salvini avrà le mani libere proprio grazie ad una riforma priva di contrappesi e garanzie come quella promossa dal governo.
Come chiosa il professor Pallante :“Chi davvero è preoccupato che le elezioni possano essere vinte da una forza politica che reputa pericolosa (quale essa sia), chi davvero teme il ripetersi in Italia di un caso Trump, non può far altro che votare No, perché il No è l’unica garanzia che, anche se dovesse vincere il peggior politico del mondo, chi accede al potere non si troverà in condizione di poter fare quello che vuole”.
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