Fonte: Il Manifesto, facebook
Passo dopo passo ci avviciniamo al finale di partita, la crisi economica è sempre più grave ed i rimedi messi in campo dagli ultimi governi sono a dir poco inadeguati. Per contro, la frattura tra la politica e la società è sempre più profonda. In questa grave situazione manca l’opzione di sinistra, spianata da Renzi grazie a scelte disastrose precedenti che gli hanno aperto la strada. Numerosi militanti e simpatizzanti di sinistra sono disorientati dagli accadimenti.
Antonio Napoletano che “amministra” il gruppo facebook “da sinistra per Bersani” con lucidità mette in risalto i nodi cruciali dell’Italia attuale e della resa della sinistra PD; ieri è intervenuto a proposito delle dichiarazioni di alcuni noti economisti e ha pubblicato uno stralcio dell’articolo di Massimo Villone sul Manifesto. A me paiono di interesse anche i commenti, a seguire, di Riccardo Paccosi e Lanfranco Turci.
di Antonio Napolitano – 27 agosto 2014
A PROPOSITO DI DRAGHI (ALESINA, GIAVAZZI&TABELLINI E TUTTA L’INFINITA SCHIERA DI VOLENTEROSI CARNEFICI&DIVULGATORI DELLA MACELLERIA SOCIALE PROSSIMA VENTURA)
SCRIVE MASSIMO VILLONE (“Il Manifesto” del 26 agosto 20114)
<<Stiamo dunque vivendo una fase in cui s’intravvedono on atto o in prospettiva, rischi per tutto il tessuto di libertà e diritti vecchi e nuovi. Se ne può uscire in due modi: con più democrazia, o meno democrazia. E in questo possono trovare spiegazione riforme apparentemente insensate.
La storia dimostra che sono i parlamenti, e non i governi, a dare voce e vita ai diritti e alle libertà dei cittadini. Purché, ovviamente, siano rappresentativi. E’ questa loro peculiare natura che li legittima a tale compito, formalmente e sostanzialmente. Compirmere la rappresentatività del parlamento significa indebolire il primo difensore istituzionale di diritti e libertà. Ed ecco che tra liste bloccate, camere non elettive, e dominanza degli esecutivi sui lavori parlamentari, il cerchio si chiude. E’ la risposta di chi vuole affrontare la crisi con meno democrazia. E non vale come smentita il richiamo di Calderoli al referendum sul modello svizzero, peraltro anche tecnicamente inesatto e comunque rinviato, quanto a condizioni ed effetti, a una successiva e diversa legge costituzionale (art. 71, u. co. testo aula).
Le crisi ci sono, e non possiamo ignorarle. Spetta alla sinistra – che vede contestata la sua stessa ragion d’essere –avanzare progetti alternativi, se ne ha. Il pericolo è la mancanza di idee più che l’arrogante giovanilismo di Renzi.>>
ED E’ QUELLO CHE NON SI VEDE A SINISTRA: NON CI SONO IDEE ALTERNATIVE IN CAMPO A CONTRASTO DI QUESTI ATTACCHI, CHE SONO GIUNTI ORMAI AL CUORE DELLA QUESTIONE.
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commenti:
La sinistra del Ps in Francia ha alzato la voce solo dopo l’evidente stato mortuario di Hollande. Se la “sinistra” Pd aspetta lo stesso stato per Renzi ne vedremo ancora delle belle. Intanto vediamo cosa si può fare con chi non si arrende a questa situazione! (Lanfranco Turci)
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A proposito della vicenda citata da Lanfranco Turci, a me ha colpito molto lo scorgere pochissimo dibattito a sinistra intorno alla figura di Arnaud Montebourg. L’ex-ministro francese dell’economia non si limita al dichiarazionismo in stile Stefano Fassina (chiamasi dichiarazionismo quell’attitudine per cui, alla copertura a parole di uno spazio politico, non corrispondono proposte concrete in linea con le parole dette). No, egli ha invece fatto proposte di statalizzazione, proposte d’impedire per legge le delocalizzazioni e, in termini di visione generale, parla da tempo di “de-globalizzazione”. Esiste una sola persona nella sinistra riformista italiana che è d’accordo con Montebourg? E se no (come io credo), perché? (Riccardo Paccosi)
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A proposito di Fassina, ecco il suo commento su Montebourg http://www.stefanofassina.it/…/2014/08/foglio2782014.pdf (Lanfranco Turci)