Luciano Canfora: “Basta con la favola di buoni e cattivi: questa è una guerra tra Russia e NATO”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Umberto De Giovannangeli
Fonte: Il Riformista

Luciano Canfora. Una voce fuori dal coro, sempre stimolante, comunque la si pensi. E le sue riflessioni sulla guerra d’Ucraina ne sono una conferma.

𝐏𝐫𝐨𝐟𝐞𝐬𝐬𝐨𝐫 𝐂𝐚𝐧𝐟𝐨𝐫𝐚, 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐝𝐫𝐚𝐦𝐦𝐚𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞, 𝐢𝐧 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐢 𝐬𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐥 𝐝𝐞𝐟𝐢𝐧𝐢𝐫𝐞 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐭𝐚 𝐚𝐯𝐯𝐞𝐧𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐝 𝐄𝐬𝐭. 𝐐𝐮𝐚𝐥 𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐝𝐢 𝐝𝐞𝐟𝐢𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞?

Punto uno, è un conflitto tra potenze. È inutile cercare di inchiodare sull’ideologia i buoni e i cattivi, le democrazie e i regimi  autocratici… Ciò che sfugge è che il vero conflitto è tra la Russia e la Nato. Per interposta Ucraina.

Che si è resa pedina di un gioco più grande. Un gioco che non è iniziato avanti ieri ma è cominciato almeno dal 2014, dopo il colpo di Stato a Kiev che cacciò Yanukovich.

È una guerra tra potenze. Quando i vari giornaletti e giornalistucoli dicono “ecco gli ex  comunisti che si schierano” è una delle solite idiozie della nostra stampa. Io rivendico il diritto di dire che le potenze in lotta sono entrambe lontane dalla mia posizione e dalle mie scelte, perché le potenze in lotta fanno ciascuna il loro mestiere. E né gli uni né gli altri sono apprezzabili. Nascondere le responsabilità degli uni a favore degli altri è un gesto, per essere un po’ generosi, perlomeno antiscientifico.

𝐂’𝐞̀ 𝐜𝐡𝐢 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐏𝐮𝐭𝐢𝐧 𝐥𝐚 𝐯𝐞𝐫𝐚 𝐦𝐢𝐧𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐞𝐫𝐚 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐥’𝐢𝐧𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐔𝐜𝐫𝐚𝐢𝐧𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐍𝐚𝐭𝐨 𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐚𝐝𝐞𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥𝐥’𝐔𝐞, 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐝𝐞𝐦𝐨𝐜𝐫𝐚𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐥 𝐏𝐚𝐞𝐬𝐞 𝐚𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐢𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐑𝐮𝐬𝐬𝐢𝐚 𝐬𝐢 𝐬𝐭𝐚𝐯𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐧𝐝𝐨. 𝐋𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐥𝐚 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚?

Usiamo un verso del sommo Leopardi: “Non so se il riso o la pietà prevale” dinanzi a schemi di questo tipo…

𝐃𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐞𝐬𝐢𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐚…

Se dobbiamo ritenere che sia democratico chi arriva al potere dopo un colpo di Stato, perché quando in Ucraina fu cacciato il governo in carica quello era un golpe, come quello di al-Sisi in Egitto contro i Fratelli Musulmani. Ognuno è libero di dire le sciocchezze che vuole ma adoperare queste categorie per salvarsi la coscienza, è cosa poco seria. Il figlio di Biden è in affari con Zelensky. Zelensky è un signore che dice di voler combattere per degli ideali, ma questi ideali hanno anche dei risvolti meno idealistici…

𝐕𝐚𝐥𝐞 𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞?

Il Guardian, non la Pravda, nell’ottobre del 2021 fece un ritratto di Zelensky, dal punto di vista affaristico, molto pesante. Incitiamo i nostri simpatici gazzettieri ad andarsi a leggere il Guardian dell’anno passato per avere un ritratto realistico di Zelensky. Dopodiché non mi scandalizzo, perché quando si usano le parole libertà e democrazia c’è odore di propaganda lontano un miglio. O parliamo seriamente o facciamo propaganda. La propaganda peraltro è cosa molto seria, basta non crederci.

𝐂’𝐞̀ 𝐜𝐡𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐮𝐬𝐚 𝐥𝐚 𝐑𝐮𝐬𝐬𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐝𝐢𝐬𝐢𝐧𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐭𝐢𝐚…

Beh, anche il nostro apparato informativo è spaventoso, da quel punto di vista lì. Non ho nessuna tenerezza per la disinformatia russa, però lo spettacolo della nostra stampa, cartacea e televisiva, è peggio del Minculpop. A confronto il Minculpop è un’Accademia dell’Arcadia. Una stampa con l’elmetto, in cui dalla mattina alla sera non si fa altro che blaterare, urlare, protestare, piangere, sentenziare, per creare una psicosi di massa. Devo confessarle che nonostante ne abbia viste tante in vita mia, sono rimasto piuttosto stupito di cotanta prontezza, che fa pensare ad ordini precisi, con cui la stampa si sia messa l’elmetto. Una cosa francamente penosa. Anche nella psicologia diffusa. Le racconto questa: l’altro ieri ho incontrato un tizio per la strada che mi ferma e mi dice: “Professore, ma lei cosa pensa di quel pazzo di Putin?”. “Qualche responsabilità c’è anche dall’altra parte”, gli rispondo. “Ah”, dice, “ma allora lei la pensa come me”. Questo è un episodio emblematico. Siamo arrivati all’autocensura per timore di scoprirsi. Come durante il fascismo, quando si diceva ma allora anche Lei è contro… Siamo ridotti a questo. Lanciamo almeno un campanello d’allarme affinché la stampa ridivenga dignitosa. Se ce la fa.

𝐈 𝐩𝐚𝐜𝐢𝐟𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐟𝐞𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐚𝐛𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐚 𝐑𝐨𝐦𝐚, 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐚𝐝𝐝𝐢𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐢 “𝐟𝐢𝐥𝐨-𝐏𝐮𝐭𝐢𝐧”…

È maccartismo puro. Non mi stupisce questo, una volta si diceva sono pagati per questo. È talmente in malafede dire una cosa del genere che non merita neanche un’argomentazione complessa. Perché rivela da sé la natura maccartistica, persecutoria, isterica, di falsa coscienza di una tale valutazione. È chiaro che tutti auspichiamo che si torni a una vera situazione pacifica. Ma ricordiamoci il passato, però…

𝐑𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨𝐥𝐨, 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐞𝐬𝐬𝐨𝐫𝐞.

Gorbaciov auspicò la Casa comune europea. E fu respinto. Aggiungiamo anche che dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, nacque la Comunità degli Stati Indipendenti, di cui facevano parte l’Ucraina, i Paesi baltici, l’Asia centrale russa, la Georgia. La Comunità degli Stati Indipendenti è un concetto. Comunità vuol dire qualche cosa. Se tu dopo un colpo di Stato, quello del 2014, cominci a chiedere di entrare nella Nato, stai disattendendo un impegno preso non molti anni prima. Ci vuole una Conferenza per la sicurezza europea. Una via di uscita. Se esistesse l’Unione Europea, che purtroppo non esiste, la soluzione sarebbe quella di prendere una iniziativa per una Conferenza per la sicurezza in Europa. Di cui gli Stati Uniti non fanno parte. Invece l’Europa è ingabbiata dentro la Nato il cui vertice politico e militare sta negli Stati Uniti. Il comandante generale della Nato per statuto deve essere un generale americano. Il segretario generale della Nato per entrare in carica, anche se si chiama Stoltenberg ed è norvegese, deve avere il placet del governo degli Stati Uniti. Imbavagliati così, balbetteremo sempre.

𝐈𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚, 𝐜𝐢 𝐬𝐢 𝐞̀ 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐞𝐬𝐞𝐫𝐜𝐢𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐜𝐨𝐝𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐯𝐚𝐫𝐢 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐨𝐫𝐬𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐧𝐮𝐧𝐜𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐏𝐮𝐭𝐢𝐧, 𝐧𝐞𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐫𝐮𝐬𝐬𝐨 𝐡𝐚 𝐞𝐯𝐨𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐆𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐆𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐏𝐚𝐭𝐫𝐢𝐨𝐭𝐭𝐢𝐜𝐚, 𝐥𝐚 𝐌𝐚𝐝𝐫𝐞 𝐓𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐑𝐮𝐬𝐬𝐢𝐚, 𝐢𝐥 𝐩𝐚𝐧𝐫𝐮𝐬𝐬𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐞𝐭𝐜. 𝐃𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐨: 𝐧𝐨𝐧 𝐜’𝐞̀ 𝐝𝐚 𝐭𝐞𝐦𝐞𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐮𝐧 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨, 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐬𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐡𝐚 𝐢𝐧 𝐦𝐚𝐧𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐧𝐮𝐜𝐥𝐞𝐚𝐫𝐞, 𝐬𝐞𝐦𝐛𝐫𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐞𝐫 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚?

Questo mi pare evidente. Solo che il paragone storico più calzante sarebbe un altro…

𝐐𝐮𝐚𝐥𝐞?

Quello che un ottimo studioso italiano, Gian Enrico Rusconi, quando la Nato si affrettò a disintegrare la Jugoslavia, intitolò un suo libro, un bel libro, a riguardo Rischio 1914. Ci siamo dimenticati che dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, la Nato ha voluto, pezzo a pezzo, mangiarsi lo spazio intermedio fino ai confini della Russia? E il primo ostacolo era la Jugoslavia. E quando ci fu la secessione della Croazia, analoga se vogliamo alla secessione del Donbass, il primo a riconoscere il governo croato fu il Papa e il secondo fu il governo federale tedesco. E tutti applaudivano. La secessione della Croazia era un gioiello, una bellezza. Adesso la secessione del Donbass è un crimine. Rischio 1914. Lo dico con allarme. Sul Corriere della Sera, una voce sensata, quella di Franco Venturini, dice: ma ci rendiamo conto che Zelensky sta continuando a chiedere l’intervento militare della Nato, cioè vuole la Terza guerra mondiale…Ce ne rendiamo conto o no?

𝐋𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐠𝐢𝐮𝐝𝐢𝐜𝐚 𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐞𝐪𝐮𝐢𝐩𝐚𝐠𝐠𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐦𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢 𝐚𝐥𝐥’𝐔𝐜𝐫𝐚𝐢𝐧𝐚?

L’Unione europea, che purtroppo non esiste, avrebbe dovuto avere una politica unica su questo come su altri terreni. È piuttosto sconcertante e politicamente sbagliato che ognuno vada per conto suo. Nel caso particolare l’Italia vuole fare la prima della classe. Spero che si mantenga entro limiti accettabili per la controparte, stante che noi abbiamo in casa le basi Nato. Se continuiamo a scherzare col fuoco, facciamo quello che Zelensky insistentemente chiede. A questo proposito mi permetto di raccontare una cosa che peraltro è verificabile. Giorni fa, sulla Rete Tre della televisione, in un talk show c’è in studio una studiosa ucraina, e viene mandato in onda un discorso di Zelensky che viene tradotto, in simultanea, in italiano. A un certo punto, la studiosa ucraina dice “attenzione, la traduzione è sbagliata”, perché lui sta dicendo altro. “E che sta dicendo, le chiede la conduttrice?”. “Sta dicendo che bisogna che la Nato intervenga militarmente”. La traduzione voleva occultare questo. Figuraccia della televisione italiana. Rischiamo di raccontarle queste cose, perché tra breve, non so, leggeremo il Vangelo secondo Riotta? Spero di no.

𝐒𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐨 𝐚𝐥𝐳𝐚𝐬𝐬𝐞 𝐥’𝐢𝐧𝐝𝐢𝐜𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐮𝐬𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨 𝐞 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐬𝐬𝐞: 𝐞𝐜𝐜𝐨, 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐞𝐬𝐬𝐨𝐫 𝐂𝐚𝐧𝐟𝐨𝐫𝐚 𝐡𝐚 𝐬𝐯𝐞𝐥𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐥𝐠𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐟𝐮… 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞?

Io non credo di aver manifestato nostalgie nel momento che mi sono più volte espresso intorno agli scenari conseguenti alla sconfitta dell’Unione Sovietica nella Guerra Fredda. Nessuno, però, può toglierci il diritto di dire quello che ha scritto, poco prima di morire, Demetrio Volcic. E cioè che la situazione di equilibrio esistente al tempo delle due super potenze, garantiva la pace nel mondo. Demetrio Volcic. Spero che sia considerato al di sopra di ogni sospetto.

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