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di PATRIZIA PERRONE, 15 NOVEMBRE 2016
Ecco come sono entrata a contatto con lo storytelling renziano e la completezza della metamorfosi del PD, passato da partito erede di chi sosteneva le istanze dei lavoratori e dei cattolici, a partito degli interessi bancari. Mi ci sono volute 48 ore per riuscire a decidermi a scrivere. Mi ci è voluta una domenica passata senza smartphone, senza TV, senza notizie. Mi ci sono volute due notti di sonno, per riuscire a raccontare qualcosa di come ho passato questo ultimo sabato sera. Vi premetto che da pochi mesi mi trovo in Germania, abbastanza vicina a Francoforte. Starò qui per qualche mese, o per tutto il resto della mia vita, ancora non lo so. Appena arrivata ho contattato il Comitato per il No locale, e sono stata invitata a due loro incontri, a cui sono andata con piacere, portando la testimonianza di chi l’Italia la vive ancora oggi. Agli incontri per il No erano presenti anche alcuni membri del comitato per il Sì, che sono liberamente intervenuti, in piedi, a fianco degli altri relatori per il No (tra cui io), arringando con entusiasmo in un intervento tutt’altro che sintetico le loro ragioni fatte di innovazione e sfida verso il futuro. Alla fine il giovane e fervente avvocato del Sì, in jeans e maglione, ci ha invitati a un loro incontro, che si sarebbe tenuto sabato scorso, presso un ristorante italiano, e a cui sarebbe intervenuto il sottosegretario alla PdC Gozi. Mi sono sentita in dovere di andare, nonostante il freddo, perché il referente per il No era impossibilitato da precedente impegno e quindi ho preso appuntamento con un altro membro del nostro comitato, un gentile signore in pensione che vive da molti anni in Germania. Così, ben coperta per il freddo a cui non sono abituata, mi sono recata all’indirizzo del ristorante, situato in pieno centro, in un edificio moderno, e dotato di vetrine da cui ho potuto osservare anche la saletta privata dove ho intravisto gli uomini del Sì, tra cui quello che era intervenuto all’altro incontro, stavolta abbigliato in maniera formale, come tutti gli altri, e la prima cosa che mi ha stupito è stata vedere che vi erano tavoli apparecchiati per la cena. Eravamo, noi del NO, andati in cinque, uno dei quali alla vista della tavola imbandita non ha retto, e ha deciso di andare via. Entriamo in quattro. La saletta, non troppo grande, via via si affollava, sono state messe sedie un po’ dappertutto. Gli invitati sono tutti eleganti, capisco da qualche discorso che per la maggior parte si tratta di funzionari della BCE. Quando una giovane e bionda signorina presenta Gozo, la sala è stracolma, e alcuni sono rimasti in piedi. Dopo qualche minuto ecco che il sottosegretario, in maniche di camicia, in piedi, comincia a parlare con entusiasmo, e fervore. Ed è allora che comincia lo storytelling, che ho modo per la prima volta di coglierlo nel pieno, dal vivo, senza il filtro della TV. Ora ne sento persino l’odore, ne tocco la consistenza. Il sottosegretario parla in maniera animata, e la prima parte del discorso è improntata sul fatto che non si vota sul governo e sul suo operato (citando la Buona Scuola e le altre riforme) e neanche sulla legge elettorale, che verrà sicuramente cambiata e che se persino Cuperlo!!!! si fida, dobbiamo fidarci anche noi (Staisereno penso io).
Qui inizia il racconto sulla magnificenza della riforma, sulla semplificazione, sull’accelerazione e sui benefici che ne avrà l’Italia, anche all’estero (e anche su Marte, penso io) e sui grandi risparmi che essa consente. Il passaggio successivo è lo smontaggio delle ragioni del fronte del NO, che viene definito “IL NULLA”, la demonizzazione del bicameralismo perfetto (che ora si dice paritario) fa tirare in ballo Nilde Iotti che già allora era contraria ed io ho lo stesso fastidio che provai quando il verdiniano Senatore D’Anna citò nella sua dichiarazione di voto Don Milani (questa libertà di citazione dovrebbe essere regolamentata per legge in qualche modo, penso io). Poi parte l’elenco di quelli che formano “IL NULLA”, da una parte i populisti Grillo e Salvini, dall’altra un ex segretario livoroso che utilizza il referendum per cacciare il segretario Gran Mogol che ha vinto il congresso. Ho una fitta al cuore quando le parole dedicate a Fassina sono accompagnate da un risolino generale, che il Fassina chi? al confronto sembra un complimento. Speranza quasi non pervenuto, è anche lui facente parte del livoroso NULLA, Civati non viene neanche nominato (chissà se si ricorda che i suoi alleati sono Verdini e Alfano, penso io).
Ma qui comincia la parte più interessante, quando si cerca a proposito della composizione del nuovo Senato, di smontare l’argomento dell’immunità parlamentare concessa anche a qualche sindaco e consigliere regionale che ne farà parte. Ebbene Gozo sostiene che di fatto, da dopo tangentopoli l’immunità parlamentare non esiste più. Non ce la faccio a tacere, la sta sparando davvero troppo grossa, chiedo se allora gli onorevoli potranno essere intercettati, si inserisce anche Paola Concia che mi dice: – Che c’entra? – ma ovviamente mi si chiede di non interrompere, che si potrà parlare dopo, e non posso certo ricordare ai presenti l’inchiesta Why Not, e quello che ha passato De Magistris per aver involontariamente intercettato senza saperlo alcuni parlamentari tra cui Mastella. L’atmosfera era sempre più entusiasta, il sottosegretario accompagnava alle sue parole ampi movimenti delle braccia, enfatizzando oltremodo ogni sua argomentazione. Poi sono stati concesse le domande dal pubblico (in maniera stringata, purtroppo avevamo solo un’ora a disposizione, poi inizierà la cena, a cui chi vuole può fermarsi, ci dicono) ed ha luogo un vero e proprio Gozi show, perché le domande sono compiacenti e il sottosegretario risponde in maniera brillante, anche con qualche battuta. Tra i vari pseudoquesiti quello di un signore che chiede come convincere il giardiniere a votare Sì, visto che chi non ha strumenti culturali adeguati non può capire la magnificenza della riforma (gli viene risposto più o meno di fargli leggere il quesito). Un altro ragazzo interviene lamentando la poca presenza sui social delle argomentazioni del Sì, mentre quelle del NO sono molto presenti (parole sue). Il signore intervenuto con me per il No fa una domanda sulla rappresentanza sulla sparizione dei Senatori eletti all’estero, e gli viene risposto che è cosa buona e giusta visto che il nuovo Senato sarà un Senato delle regioni, e quindi la loro presenza non avrebbe senso. Chiedo anche io di intervenire, e faccio notare che se fosse vero quanto loro dicono non avrebbero senso i 5 senatori eletti dal Presidente della Repubblica, in quanto non si capisce quale regione rappresenterebbero. Vengono paragonati ai Senatori a Vita, provo a spiegare che non è la stessa cosa, ma vengo trattata con sufficienza e disprezzo. Decido che è inutile insistere sulle competenze del nuovo Senato che non si limitano affatto ad affari regionali. Basta, ne ho sentite abbastanza. Quell’incontro non serve a nulla, se non agli organizzatori per accreditarsi verso il sottosegretario. I presenti erano già convinti per il Sì, erano tutti a favore di una riforma ed il motivo mi era molto chiaro. Il giardiniere di cui si era accennato nelle domande non conta e non deve contare nulla. Se non capisce la riforma e non vota ancora meglio. Il potere deve essere distribuito nelle mani di pochi, e precisamente nelle loro mani. Nelle mani di questi giovani rampanti in giacca e cravatta che somigliano più ai lupi di Wall Street che ai padri costituenti. E’ sparito il paese, sono sparite intere classi sociali, sono spariti i lavoratori. Sono rimasti loro, i soldi e gli affari. Noi terminiamo la serata al bar, in quattro amici, come dice la canzone. Gli altri sono entrati tutti in banca.
4 commenti
grazie per aver avuto il coraggio di resistere ad una simile prova, mi auguro che il 5 dicembre si possa dare finalmente un calcio definitivo (non figurato) a queste spregevoli personaggetti, ciao
Compagno di scuola, compagno per niente
ti sei salvato o sei entrato in banca pure tu?
Grazie Patrizia Perrone, non puoi immaginare quanto sia preziosa questa tua testimonianza! Non credo di esagerare se dico che è una pietra angolare dell’edificio della nostra democrazia, quella che dobbiamo salvare col nostro NO… e emerge la spregevolezza di questi personaggetti che si sono prostituiti alle eurobanche per godere delle briciole, strappandole agli onesti ed ingenui lavoratori e pensionati italiani… l’avidità, l’egoismo e l’insensibilità sociale sono il loro credo e l’ignobile €uro il loro dio, poiché tutto il loro sapere, il loro essere, si racchiude all’interno di un disumano algoritmo bancario…
La stupidità di proporre l’eliminazione dei senatori di rappresentanza degli italiani dell’estero.
Più stupidi coloro che dall’estero promuovono il sì.
A che pro lo fanno?