Lo scialo

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 1 ottobre 2016

Tweetta Renzi che con la riforma ‘si riducono le persone e non la democrazia’. Ma questo vuol dire, per logica, che quelle ‘persone’ in più non incidono sulla qualità della democrazia stessa, visto che cancellare poltrone, dice il premier, lascia in sostanza tutto com’è (cioè non attenua – né potenzia viceversa – la democrazia antecedente). E allora perché ‘meno poltrone’? Perché fare una riforma costituzionale e poi il referendum per cancellare soltanto delle ‘poltrone’, visto che la democrazia né scema né si rafforza? Solo perché così si risparmia?

Ma perché, la campagna referendaria è gratis? I bonus elettorali del governo sono gratis? Gli sgravi alle imprese li paga di tasca sua Renzi? E la precarietà che cresce nonostante i miliardi di euro? E la quattordicesima ai pensionati? E le card ai diciottenni? E i 500 euro agli insegnanti? Nonché quelli alle puerpere, ai ricercatori, e chissà chi altro? E tutti i miliardi di euro di flessibilità che non portano crescita, ma solo scarpe destre elettorali, chi li rifonde, il governo? E le manovre ‘in crescita’ fatte ‘a debito’ (che sono buoni tutti) a chi le imputiamo, ai ‘comunisti’?

Tuttavia, a essere rigorosi, se i soldi sono tutto, se si tratta solo di risparmiare e tagliare, se si debbono abbattere ‘prioritariamente’ i costi della politica (come qualunquisti qualunque) e ci debbono essere delle imputazioni chiare di responsabilità (come fa Renzi quando se la prende sempre con quelli venuti prima di lui), se le cose stanno così, allora il governo Renzi è uno scialo, uno scialo progressivo di risorse nella spesa corrente, nelle regalie che concede, in massima parte a pioggia, e che da tre anni ci inchiodano a un presente di chiacchiere e mantengono il PD a galla nei sondaggi. Mentre invece la curva degli investimenti, ossia del futuro, cala verso il basso. Se dovessimo valutare i risultati effettivi del suo esecutivo, difatti, lui dovrebbe starsene già a casa da tempo (altro che i senatori).

E meno male, invece, che la questione vera non sono i costi della politica, perché sono soldi ben spesi quelli per la democrazia, le istituzioni, i seggi parlamentari, i partiti. La questione vera, dovrebbe essere chiaro, è un’altra, ossia il governo Renzi. I (non) risultati raggiunti. E il modello di politica che propone. Ridotta ad annunci, a comunicazione, a scontro verbale, a rottamazione, a strafottenza, a duelli personali, a siparietti televisivi dove i contenuti scompaiono in nome di uno stile bullistico e aggressivo difesa solo dal proprio clan. E dove si parla solo di soldi, e di poltrone, e di scarpe destre in attesa di scarpe sinistre che però non arrivano mai.

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