Lo pseudo-Borges e il vero-Renzi

per Gabriella
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti    18 febbraio 2016

Provate a immaginare la scena al contrario. Il Presidente argentino Mauricio Macri viene in Italia in visita ufficiale, e in questa circostanza si reca all’Università La Sapienza e, dinanzi al fior fiore degli accademici italiani, compresi insigni filologi o studiosi di letteratura, si mette a recitare una poesia di Eugenio Montale, o presunta tale, che poi si scopre essere un testo attribuito erroneamente al poeta, magari scritto per burla, e comunque reperito sul web che, si sa, è anche una cloaca di spudorate menzogne. Secondo voi che figura ci farebbe Macri? Io direi una figura del cavolo.

E così è andata al nostro premier, che con faccia furbetta (come a dire sentite un po’ che cosa vi cito) dinanzi agi accademici dell’Università di Buenos Aires, si mette a recitare alcuni versi di una poesia attribuita (da lui e chi per lui) al grande Borges, ma che in realtà era una patacca girovagante su internet a uso degli studenti a cui non va di studiare. Probabilmente qualcuno del suo staff ha ritenuto di fare una genialata nel proporla all’interno del discorso accademico, e senza fare nemmeno una pigra controllatina o una veloce romanella filologica, l’ha scaraventata nel discorso stesso come perla o dulcis in fundo. Col risultato di far fare al premier una pessima figura, su cui la stampa argentina (e non solo) ha di fatto sorvolato.

Scatterà anche stavolta, come per il packaging delle statue a Roma, una severa inchiesta interna? Chissà. Fatto sta che la prossima volta consiglio personalmente: 1) di prendere in mano un libro borgesiano, magari pure una illustre edizione cartacea, e di pescare direttamente da quello prima di citare; 2) di fare una stupida telefonatina a qualche esperto vero, tipo un professore di letteratura latino-americana, e di consultarlo come si farebbe per qualunque altro argomento da toccare in un discorso ufficiale, tanto più se si tratta di una Lectio Magistralis; 3) obbligherei Renzi a esercitarsi a pronunciare il testo con una dizione la più corretta possibile, visto che legge poesie in spagnolo dinanzi al mondo accademico; 4) lascerei stare google e il web ogni tanto e punterei sul vecchio cartaceo: capisco che a smanettare si fa prima, ma è sempre meglio far bene.

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