Fonte: La stampa
L’Istat sbugiarda Giorgetti: l’Italia si è fermata
Per l’Istat il prodotto interno lordo è invariato rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,4% su base annua. Francia e Spagna vanno meglio, cresce a sorpresa la Germania
. L’Italia si è fermata. Nel terzo trimestre del 2024 l’Istat stima che il prodotto interno lordo sia rimasto stazionario sul trimestre precedente e sia cresciuto dello 0,4% rispetto al terzo trimestre del 2023. La crescita acquisita per il 2024 è proprio lo 0,4%, quindi l’obiettivo di arrivare all’1% come ribadito dal governo nei documenti di finanza pubblica appena pubblicati resta lontanissimo. Per la Banca d’Italia a fine anno non si potrà andare oltre lo 0,8%. Se le previsioni al ribasso andranno a compromettere il piano di rientro sul deficit concordato con la Commissione europea sarà il tempo a dirlo, sicuramente la retorica del governo sulla crescita italiana «record» e sui dati migliori rispetto agli altri Paesi dell’Unione si è andata a scontrare con al realtà dei numeri.
I consumatori vanno all’attacco. «Il Paese è fermo. Con una variazione acquisita per il 2024 pari allo 0,4%, l’obiettivo di avere una crescita per l’anno in corso dell’1% è diventato ormai un miraggio», dice Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. «Peraltro a salvarci da un ribasso del Pil è solo il settore terziario, probabilmente trascinato dal turismo e quindi destinato a ridimensionarsi nel quarto trimestre. Preoccupante invece, in prospettiva, la forte riduzione dell’industria», spiega Dona.
Risalgono Germania e Francia
Innanzitutto il Pil della Germania cresce a sorpresa dello 0,2% nel terzo trimestre, e risultati migliori si sono registrati sia in Francia che in Spagna.
Il prodotto interno lordo della Francia è cresciuto dello 0,4% nel terzo trimestre 2024. Una crescita stimolata «dai giochi Olimpici e paralimpici» di Paris 2024. Quanto alla domanda interna, secondo l’Istituto statistico francese, «ritrova un po’ di vigore grazie all’effetto della ripresa dei consumi delle famiglie». In un Paese posto dinanzi all’imperativo di trovare risorse per risanare i conti pubblici alla deriva, il ministro dell’Economia e delle finanze, Antoine Armand, plaude a una «buona notizia, i dati mostrano la solidità della nostra economia», sottolinea.
La crescita spinge la Spagna
In Spagna l’economia è cresciuta dello 0,8% nel terzo trimestre, lo stesso tasso di quello precedente, sostenuta dai consumi delle famiglie e, soprattutto, dalla spesa pubblica, incrementata del 2,2% nel periodo, con un aumento dell’1,6% rispetto al trimestre anteriore. Su base annua il Pil spagnolo è aumentato del 3,4%, due decimi in più che nel secondo trimestre dell’anno. Si tratta del «tasso più elevato nell’ultimo anno e mezzo», rileva il ministero di Economia, commercio e impresa in una nota. L’aumento della domanda interna di consumi e investimenti è stato di 0,9 punti, mentre la domanda estera, relativa a import ed export, è diminuita di 0,1 punti nel terzo trimestre rispetto al trimestre precedente. Il consumo delle famiglie è cresciuto dell’1,1% e la spesa delle pubbliche amministrazioni del 2,2%, mentre le esportazioni hanno registrato un incremento dello 0,9% a fronte della diminuzione degli investimenti dello 0,7%.
Nell’Eurozona il Pil del terzo trimestre è salito dello 0,4%, dello 0,9% su base annua.
La protesta
Cgil e Uil proclamano 8 ore di sciopero generale, con manifestazioni territoriali, per venerdì 29 novembre. Lo annunciano i segretari generali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, in conferenza stampa. I due sindacati scendono in piazza per chiedere di “cambiare” la manovra di bilancio, considerata del tutto “inadeguata a risolvere i problemi del Paese” e per rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.