L’insostenibilità dell’essere

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Salvatore Francesco
Fonte: Politicaprima
Url fonte: http://www.politicaprima.com/2016/08/linsostenibilita-dellessere.html

Insostenibilità esseredi Francesco Salvatore – 23 agosto 2016

La vita può essere vissuta in due modalità: attraversando il tempo e lasciando che il tempo ci attraversi:

con la prima modalità il tempo viene impiegato per realizzare sé stessi attraverso la conoscenza e l’esperienza mentre con la seconda ci si lascia andare passivamente…sperando che il tempo passi in fretta.

Con la prima modalità si opera perché qualcosa accada e con la seconda si aspetta che qualcosa accada.

Le due modalità sono entrambe presenti nella vita di ciascun essere umano, ma la prevalenza dell’una o dell’altra determinano la caratteristica più o meno incisiva della persona.

Incisività qui è intesa come capacità di lasciare un segno dentro e fuori di sé che, anche senza riflettori non passa inosservato e, nei casi in cui la passione dell’essere prevale in modo prorompente, passa addirittura alla storia.

dante-alighieriAttraversare il tempo, a differenza dell’esserne attraversati, è una scelta difficile e faticosa ma appagante perché permette di sfruttare pienamente l’opportunità della vita per realizzare quello che Dante espresse per bocca di Ulisse “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza“.

Il libero arbitrio ci consente di scegliere come vivere e, purtroppo, la modalità più frequente non è quella di attraversare il tempo. In questa fase esistenziale ci si nutre di noia e come antidoto si tende a identificare sé stessi in qualcosa che è “al di fuori” e che da l’illusione di essere vincenti.

Ecco allora l’affermarsi di modelli comportamentali che vengono scimmiottati e che umiliano l’essenza umana. In sintesi si sostanzia in modo prevalente l’apparire a discapito dell’essere.

Questo fenomeno è tipico dell’adolescenza, quando l’insicurezza spinge a trovare riferimenti all’ombra dei quali ci si sente meno esposti, ma non è più naturale quando prendendo il largo della maturità si naviga per dare un senso alla propria esistenza e imparare a morire.

Partendo da questa premessa e volgendo uno sguardo al passato che ho finora vissuto, salvo rare eccezioni, noto un trend di prevalenza dell’apparire rispetto all’essere in tutti i campi: religioso, sociale, culturale, professionale e politico.

Sebbene questo arena di confronto e discussione sia dedicata all’aspetto politico, non vanno trascurati i trend evolutivi-involutivi più generali in quanto essi svolgono un’influenza sia sul tema del dibattito e sia sui contributi del dibattito.

Ecco allora che lo sviluppo di temi interessanti, su cui varrebbe la pena sviluppare un dibattito costruttivo finalizzato all’arricchimento dei contenuti, si disperde in diatribe personali che scadono in apprezzamenti sulle persone più che sull’argomentazione delle opinioni o, peggio, nell’esternazione di opinioni prive di contenuti che le circostanzino.

Silvio-Matteo-BettinoCiò premesso ritengo che la politica italiana, soprattutto a partire dalla seconda repubblica, abbia imboccato e percorso molta strada del “lasciarsi attraversare dal tempo” esaltando l’apparire e mortificando la passione di partecipazione politica che non può appartenere che all’essere.

Sempre più frequentemente il divario fra slogan e fatti si fa più profondo, le responsabilità proprie magicamente diventano le colpe dell’avversario, si rinnegano menzogne documentate, la critica è volgare, il dissenso è colpa, la collaborazione è debolezza…..

Credo che sia importante valutare quanto di questo “apparire” abbia infettato “l’essere” di ciascuno in modo che anche il dibattito che si svolge in questo salotto possa contribuire ad “attraversare il tempo”.

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