di Fausto Anderlini – 28 maggio 2018
Ma Salvini e Di Maio, hanno davvero fatto i conti giusti ? L’eventualità ipotizzata da D’Alema di una destra che va a un incasso plebiscitario della crisi istituzionale è possibile, ma anche improbabile.
Potrebbe infatti anche accadere qualcosa di analogo all’aprile del ’48. Anche allora le forze tacciate come ostili al sistema adunate nel Fronte Popolare avevano il vento in poppa. Le piazze erano stracolme. Ma poi nelle urne andò diversamente. La Dc stravinse il concertum erigendosi a baluardo del sistema sociale e dell’opzione in campo internazionale che la garantiva. Molta gente temeva che la proprietà privata venisse messa in discussione e di trovarsi in una nuova guerra civile (come in Grfecia).
Se, come è del tutto evidente, le elezioni saranno un’ordalia fra Salvini (con al seguito Di Maio) e Mattarella. cioè fra una forza che minaccia l’uscita dall’euro (comunque in tal modo percepita) e la figura che incarna la Presidenza della Repubblica, cioè lo Stato e la continuità di sistema, l’esito potrebbe essere diverso da quello preventivato.
Nel suo discorso Mattarella ha infatti fatto riferimento alla necessità di preservare lo Stato, sotto la minaccia di un possibile default. E ha citato la necessità di proteggere i risparmi degli italiani, liquidi e immobiliari. Per quanto i risparmi e la classe media siano stati erosi dal perverso meccanismo dell’euro, suscitando un’onda di risentimento che si è riversata sul duo giallo verde, la possibilità di vederseli andare in fumo tutto d’un colpo potrebbe riorientare molti atteggiamenti.
Così come l’Italia del ’48 era un paese con una diffusa nervatura piccolo contadina che temeva di vedersi sottratto il pezzo di terra, così l’Italia attuale resta pur sempre un paese di famiglie risparmiatrici e di piccoli proprietari di case. Il vincolo della ‘costituzione materiale’ (i trattati europei e l’integrazione nel mercato finanziario) ora mal sopportato potrebbe essere nuovamente assecondato di fronte all’eventualità di vedersi tramutati i risparmi in fumo e le case in macerie prive di valore. Cioè ri-scelto come il male minore. Una situazione greca (ancora). Inoltre allo spettro del disordine economico potrebbe accompagnarsi quello del disordine legale. La società è un circuito, un organismo complesso di vasi comunicanti. Basta fare un giro per strada per accorgersi di come, malgrè tout, ancora funzioni.
Col voto del 4 Marzo la gente si era rivolta ai partiti ostili all’establishment chiedendo protezione, sociale e legale. Ma in nome di questa stessa esigenza di protezione, di fronte a una situazione estrema, potrebbe tornare rapidamente sui suoi passi. Il voto ai 5 stelle è una realtà fluida senza infrastrutturazione di portito e sulle piazze a chiedere l’impeachment potrebbe ritrovarsi solo con qualche tablet. E anche la Lega salvininana, sebbene abbia un suo nocciolo duro, ha fatto il pieno dei consensi acquisendo materia fluida. Tutte queste masse di voto potrebbero sgretolarsi rapidamente (e su quella dei 5 Stelle, viste le performances, ci si potrebbe scommettere).
Il partito del Presidente potrebbe alla fine risultare vincitore, sebbene non è chiaro, vista l’impossibilità che Mattarella possa presentarsi in qualche collegio, chi saranno i partiti che ne faranno le veci sul mercato elettorale. Che è l’aspetto che più congiura a favore dell’indeterminazione. Il centro macro-mattarelliano è ben lungi dall’avere consistenza e ciò che resta della sinistra, che pure potrebbe avvantaggiarsi di un tracollo grillini, oltre che gracile e smandrappato non è chiaro quale proposta di mediazione fra costituzione formale e costituzione materiale possa mettere in campo.
Un cambio di sistema, magari di tipo presidenziale, è alle porte e potrebbe essere l’esito della lunga crisi istituzionale e sociale. Ma i margini di imponderabilità sono altissimi. Sarà uno scontro fra il parlamento e la corona, come nella gloriosa rivoluzione ? Qualcosa del genere, anche se a parti invertite, perchè Mattarella sebbene non abbia eserciti legittimisti con minima efficienza avrà comunque dalla sua le armate dello spred e il Leviatano dello Stato, levate contro l’eventualità hobbesiana di un bellum omnes contra omnes. Mentre contro avrà non una possente armata di teste rotonde, ma un’accozzaglia di teste di cazzo.