L’infinita pazienza di ricominciare

per Luigi Altea
Autore originale del testo: Luigi Altea

di Luigi Altea, 30 novembre 2017

 

Domenica 3 Dicembre, a Roma, la Sinistra ci riprova…

Il carniere delle mie delusioni è ormai stracolmo.

Credo di aver sviluppato sufficienti difese immunitarie, contro i facili entusiasmi.

Gli anticorpi mi tengono al riparo da improvvise ricadute.

Il virus della passione politica, però, cambia e si propone in altre forme, anche più aggressive.

Io voglio correre il rischio.

Ho deciso di non sottopormi al vaccino e di non effettuare richiami.

Volontariamente lascio che le difese si abbassino.

Forse desidero essere contagiato…

In Italia è in corso la gara tra chi vuole apparire più moderno.

Tutti vogliono cambiare, innovare, rinnovare.

Il presente è zeppo di malaffare, di violenze, d’inganni, di mafie, di rigurgiti fascisti, e passa quasi inosservato.

Le ortiche hanno invaso i campi un tempo a noi vicini, e insidiano minacciose i nostri confini.

Non riusciamo più ad indignarci, e neppure a manifestare una qualche sorpresa.

E’ come se avessimo ceduto ad una insopprimibile tendenza a perdonarci, sempre e comunque.

E’ come se avessimo rafforzato le barriere per non lasciarci contraddire dalla nostra coscienza, diventata muta e confusa.

Tutto è declinato al futuro, preferibilmente nella lingua del dollaro.

Ecco, io non mi aspetto molto.

Mi accontenterei del minimo sindacale.

A me basterebbe che domenica, a Roma, qualcuno avvertisse la necessità di recuperare, dall’angolo riposto degli oggetti troppo frettolosamente dismessi, qualcosa d’importante, qualcosa di ancora utile.

A cominciare dalla questione morale, dall’etica pubblica, dall’onestà personale…

Mi basterebbe che si affermasse che nel pantheon della Sinistra trova un posto inamovibile Enrico Berlinguer.

Senza distogliere l’attenzione dai problemi che angustiano la nostra quotidianità, è necessario anche saper alzare la testa…

E levare il capo dai piccoli passi e dalla polvere di questi tempi…

Per guardare in alto, perché lassù… nei rami della sinistra, nei rami delle nostre vite, sono rimasti impigliati i frammenti migliori della nostra storia e dei nostri ideali

Buona ripartenza, cara Sinistra!

 


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