L’Impero delle Slides

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 21 ottobre 2016

Il fatto è questo, e ce lo racconta Roberto Petrini di Repubblica. Ieri, 20 ottobre, la legge di Bilancio doveva essere presentata alle camere e al Quirinale. Ciò non è avvenuto, nonostante i termini fossero precisi, peraltro dettati dalle nuove procedure di contabilità pubblica. Nel frattempo gli annunci sulle misure intraprese sono fioccati inondando pagine di giornale e frame tv. Abbiamo avuto anche le slides, proprio perché quando si tratta di chiacchiere, magari compulsive, non ci facciamo mancare niente. Insomma, dice Petrini, gli italiani per ora devono fidarsi degli annunci. Il giornalista ricorda, a questo proposito, cosa invece avvenisse in passato. Prima della scadenza il testo arrivava in Consiglio dei Ministri, lo si esaminava articolo per articolo, si dibatteva anche per decine di ore, poi veniva sottoscritto in calce (e questo lo rendeva esistente) e, infine, ‘chiuso’ come disegno di legge, lo si presentava al Quirinale.

Roba vecchia, diranno i renziani. Oggi le procedure sono più rapide, più smart, gli italiani vengono a sapere ‘dalla sera stessa’ mediante slides che cosa ha deciso il governo, non ci sono più titubanze né cavilli, né annose questioni burocratico-procedurali. La legge diventa un portato logico-organico degli strumenti comunicativi. Gli annunci renziani sono chiarissimi, peraltro, ‘bucano il video’ – e sono pensati dal guru del momento, messi in forma da Proforma e rivisti da un esercito di ghost e copywriter. Altro che uffici legislativi della Camera. Che barba che noia.

Le slides rendono i processi istituzionali più dinamici e le decisioni sono più allegre e brillanti, più spendibili, e non c’è tedio insomma con tutti quei colori e quelle graziose figurine. Altra cosa la burocrazia. Altra cosa quella sciocca mania di compilare e sottoscrivere i provvedimenti secondo i crismi di legge. È, tutta roba che rallenta e impaluda i processi, che invece debbono ‘zillare’ come una biglia. Leggo sul Corsera che il premier vorrebbe anche “rendere più fluidi, meno complicati, i meccanismi di funzionamento, decisionali, delle istituzioni europee”. Insomma, rilancia oltre i confini. Si tratterebbe di estendere il metodo italiano alla UE (#italianlawmaking: è già pronto l’hashtag) e di fare in Europa come si fa da noi. Niente di più facile. Arrivano le #europeanslides. Daje.

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