I limiti del M5S potranno essere superati?

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Giangiuseppe Gattuso
Fonte: Politicaprima
Url fonte: http://www.politicaprima.com/2017/05/i-limiti-del-m5s-potranno-essere.html

Grillo Casaleggio Davidedi Giangiuseppe Gattuso – 4 maggio 2017

Colgo preoccupazione nelle discussioni che mi capita di avere con amici e personale politico di una certa esperienza.
E ho una qualche difficoltà nel trasmettere ciò che penso della “Politica ”, della democrazia, dell’impegno nelle amministrazioni e nel Governo del Paese. Insomma quasi su tutto. E mi spiace non essere compreso e, per giunta, essere tacciato di grillite acuta. Un’affezione, forse patologica come la SPAG, da non denunciare i loro tanti e gravi difetti e di non esprimere preoccupazione, o addirittura paura, per una loro avanzata dalle conseguenze pesanti.

Succede quando parlo con amici più o meno della mia età ma anche con chi è più giovane di me. Persone serie, rispettabili, perbene che hanno “vissuto” intensamente quegli anni, calcato i marciapiedi della politica partitica, partecipato alle operazioni “politiche” di quei tempi. Insomma, gente che ha passione e crede sinceramente che al di fuori delle strutture partitiche ci sia pochissimo spazio per altre avventure. Quelle che diffusamente e con facile approssimazione vengono definite populiste e anti qualcosa e qualcuno. I movimenti nati e cresciuti sui sentimenti di protesta e insoddisfazione, quelli del contro tutto e del sempre “no”. Insomma tutto ciò che si ritiene “antipolitica” di cui il Movimento 5 Stelle ne è la sintesi perfetta.

dimaio-grillo-raggi-dibattistaPerché, viene detto, è una forza politica senza storia, senza ideali, senza cultura, senza personaggi di spessore, inesperti e incompetenti. E, in buona sostanza, pericolosi. “I nuovi barbari che spuntano da luoghi ignoti non Vandali nè Visigoti. Hanno intenzioni nobili e progetti futuribili: sono inarrestabili. Invadono strade e piazze deserte senza combattere: si fermeranno solo quando andranno a sbattere.” Una significativa immagine che prendo a prestito da Salvatore Mancuso, fine osservatore politico e poeta.

Ma vediamo qualcuno dei limiti e difetti di questo Movimento che mi vengono costantemente sottolineati scatenando vivaci dibattiti e, qualche volta, incomprensioni profonde.

<<Non hanno esperienza, storia, competenze.>> E come potrebbero averne. Sono nati spinti da un lungimirante buontempone con la fissa di un ideale della Politica al limite dell’utopia. Partendo dai suoi innumerevoli spettacoli in giro per l’Italia e poi dagli incontri organizzati utilizzando un mezzo potentissimo, e sottovalutato all’inizio dai più, come internet. Gente comune con una preponderanza evidente di giovani e giovanissimi che hanno acquisito consapevolezza e voglia di partecipare alle decisioni sul loro futuro. E quindi nessuna o pochissima esperienza, né storia e, ovviamente, con le sole competenze acquisite in ambito scolastico e universitario o sul lavoro. Loro sono contro il professionismo della politica. In larga misura lo sono anch’io.

Le regole per accedere, semplici e rigorose, non consentono a chi ha già dato alcuna possibilità d’inserimento. C’è una sorta di filtro che blocca chiunque provenga da partiti o da incarichi precedenti nelle istituzioni.

<<Dicono sempre “no” e hanno la presunzione di essere i migliori e gli unti dal Signore.>> I parlamentari eletti nel 2013 dicono spesso no, è vero. Ma lo dicono sui temi che loro non condivido e sulle leggi che ritengono sbagliate. Ma sono capaci di dire pure si agli argomenti che ritengono giusti e utili a prescindere da chi li propone. Questo dicono e questo fanno. Sul fatto di essere i migliori, o, come si usa dire “unti dal Signore”, questo fa parte dei luoghi comuni e dell’attività di tanti attivisti che scrivono per entusiasmo, convinzione, per provocare o anche per ignoranza. I “grillini” non arrivano da Marte, sono cittadini italiani con tutti i pregi e i difetti del caso. E quindi sbagliano, afferrano lucciole per lanterne, così come gli altri attivisti e simpatizzanti dei partiti.

Davide Casaleggio con la conduttrice Lilli Gruber durante ''Otto e mezzo'' in onda stasera su La7, Roma, 6 aprile 2017. ANSA/ ETTORE FERRARI <<Sono dei pupi guidati dal dittatore Grillo e da Casaleggio figlio, che tutto decidono>>. Di Beppe Grillo ho parlato altre volte. È fissato nel volere cambiare totalmente il sistema partitocratico, utilizza un linguaggio antitetico alla moderazione, e ha la presunzione di volere affermare troppe volte la sua verità. Non ha incarichi istituzionali, non ne vuole e non potrebbe averne. È il “garante” del Movimento che, dicono, si occupa di fare rispettare le regole interne. Nessuno, però, mette in dubbio che il suo ruolo è anche quello di capo politico. Lo è per forza di cose, perché il Movimento lo ha creato lui, e perché, ritengo, non ne potrebbero fare a meno. Senza la sua “presenza”, almeno ancora per qualche anno, rischierebbero il collasso. Le decisioni, però, vengono prese consultando gli iscritti attraverso la rete. E gli eletti sono tenuti a prenderne atto. L’attività parlamentare, è stato sottolineato innumerevoli volte, non è soggetta a imposizioni o indicazioni da parte di Grillo. I gruppi operano autonomamente. Davide Casaleggio, lo ha sempre dichiarato, e appena qualche giorno fa a Otto e Mezzo, svolge una funzione operativa di collaborazione tecnica sulle piattaforme informatiche a supporto dell’attività dei 5 Stelle. Non ha ruolo politico nel senso che intendiamo noi.

E se fosse vero che la “gestione” delle votazioni per le “comunarie” o le “parlamentarie” e via dicendo, dipende da chi mette mano ai server centrali, non si spiegherebbe come mai i voti ottenuti da un candidato al Parlamento o a sindaco di una grande città risultino così risicati. Se fossi io o qualcuno come me a “gestire” lo strumento farei tutt’altro. E spunterebbero numeri molto ma molto più consistenti. La questione, quindi, dei numeri bassi e del metodo di selezione resta un limite sicuramente da superare.

<<Non prendono posizione riguardo le elezioni di leader di altri paesi.>> I 5 Stelle non sono catalogabili e si ritengono oltre la destra, il centro e la sinistra, sono trasversali. E non indicano la loro preferenza perché ritengono la volontà popolare predominante su qualsiasi ingerenza esterna.
Le Pen MacronCome nel caso della recente elezione del Presidente USA e, proprio di questi giorni, il ballottaggio tra Le Pen e Macron in Francia. Sbagliano? Forse si. Perché su certe posizioni politiche, come nel caso francese non si può essere equidistanti. Io non voterei mai Le Pen. E lo dico.

<<Non fanno alleanze e vogliono governare da soli, una dittatura>>. Questo, forse, è uno dei limiti più significativi che può determinare il futuro politico del Paese. E, dicono in tanti, come è successo nel 2013. Il rischio, molto realistico, è quello di “costringere” tutti gli altri a “sacrificarsi” per assicurare una maggioranza a sostegno di un governo, per l’ennesima volta, delle larghe intese. A meno di risultati clamorosi il M5S difficilmente, pur conquistando il primo posto alle politiche, otterrà una maggioranza parlamentare.

Di MaioInsomma, paradossalmente, la loro intransigenza anti alleanze può, invece, fare il gioco degli avversari. Sbagliano? Secondo il pensiero classico, quello che ci ha accompagnato fin dal dopoguerra, quello della politica come mediazione, del compromesso, delle coalizioni tra partiti ancorché diversi tra loro, è un terribile errore. E lo è anche per me. Anche se proprio questo limite può, alla fine, risultare il loro valore aggiunto.

Per concludere, e per tornare alle chiacchierate con i miei amici dell’altra “politica”, devo confessare che, pur con i limiti di cui abbiamo parlato, e altri ancora, la loro eventuale avanzata non mi suscita particolare preoccupazione. Ecco la differenza.

Giangiuseppe Gattuso
04 Maggio 2017

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