Libia sotto pressione: “Quattro milioni di migranti irregolari, non saremo il muro d’Europa”
Tripoli, 18 marzo – La Libia lancia un nuovo allarme sull’emergenza migratoria e chiede all’Europa e all’Africa una maggiore condivisione delle responsabilità. “Non possiamo continuare ad affrontare da soli il peso della migrazione irregolare”, ha dichiarato il ministro dell’Interno libico, Imad Trabelsi, durante un incontro a Tripoli con diplomatici dell’Unione Europea e dell’Unione Africana. Presenti anche rappresentanti della delegazione UE, dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
Trabelsi ha ribadito che la Libia non accetterà mai di diventare un “campo profughi permanente” e ha sottolineato che la vera soluzione al fenomeno migratorio deve partire dal rafforzamento del controllo alle frontiere meridionali, da cui arrivano la maggior parte dei migranti, e non solo dalla sorveglianza delle coste. “La Libia non farà da scudo per altri paesi senza il necessario supporto internazionale”, ha avvertito, evidenziando l’impatto economico e sociale di una presenza stimata in “oltre quattro milioni di migranti irregolari”, cifra in netta crescita rispetto ai tre milioni dichiarati a febbraio.
Numeri e preoccupazioni: un problema che cresce
Secondo i dati della Displacement Tracking Matrix (DTM) dell’OIM relativi a novembre-dicembre 2024, in Libia vi sarebbero ufficialmente 824.131 migranti di 47 nazionalità diverse, distribuiti in 100 municipalità. Tuttavia, il governo libico contesta queste cifre, sostenendo che il numero reale sia molto più alto e destinato a salire, con conseguenze destabilizzanti per la regione.
Trabelsi ha lanciato un appello affinché l’Europa e i paesi africani forniscano “attrezzature e tecnologie avanzate” per il monitoraggio delle frontiere e velocizzino le procedure di rimpatrio volontario. “Abbiamo già subito pesanti perdite economiche e sociali – ha detto – e non possiamo continuare a gestire questa crisi senza un chiaro e concreto sostegno internazionale”.
Rotte migratorie e traffico di esseri umani
Intanto, i numeri sugli sbarchi in Italia confermano l’intensificarsi del flusso migratorio dalla Libia. Dal 1° gennaio al 14 marzo, sono sbarcate sulle coste italiane almeno 8.437 persone, con un aumento del 30% rispetto ai 6.421 arrivi dello stesso periodo del 2024. In particolare, il 90% delle imbarcazioni proviene dalla Libia, che al 14 marzo ha registrato 7.762 partenze, segnando un aumento del 73,65% rispetto allo scorso anno.
Secondo Frontex, l’agenzia europea della guardia di frontiera, i trafficanti stanno adottando strategie sempre più sofisticate, utilizzando motoscafi veloci per eludere i controlli. Il costo di una traversata varia tra i 5.000 e gli 8.000 euro a persona, e i migranti bangladesi continuano a essere la nazionalità più rappresentata, spesso approfittando di accordi bilaterali tra Libia e Bangladesh per entrare legalmente nel Paese nordafricano prima di tentare la traversata.
Una sfida internazionale
Il messaggio di Tripoli è chiaro: la Libia non può essere lasciata sola a gestire questa crisi. Il rischio è che l’instabilità interna si trasformi in un’emergenza ancora più grande per l’intera regione e per l’Europa. Ora la palla passa a Bruxelles e ai governi africani: saranno disposti a sostenere Tripoli con misure concrete o continueranno a considerare la Libia come un semplice baluardo contro l’immigrazione irregolare?