Fonte: sinistrainrete
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di Antonello Boassa 20 febbraio 2016
Un’opportunità da sfruttare con il massimo rigore e con tutto il cinismo necessario. Secondo il massimo teorico del neoliberismo Milton Friedman, il keynesismo, favorendo con l’intervento dello stato occupazione e sussidi sociali, ha disturbato gravemente il libero gioco del mercato, impedendo la nascita di un capitalismo puro, il solo che può garantire una reale crescita al servizio non solo del capitale ma anche della popolazione.
Un disastro di qualsiasi natura può spezzare la resistenza di coloro che difendono welfare, industria e agricoltura locale, occupazione, salari, pensioni, e deve essere messo a profitto con la massima urgenza da un team di esperti, possibilmente fan di Milton Friedman provenienti dalla “Scuola di Chicago”.
Lo shock sulla popolazione determinato da uno tsunami, da un colpo di stato, da un uragano, da una bolla finanziaria, da un debito pubblico creato artificialmente tramite speculazioni mirate, può creare con l’ausilio di accademici neoliberisti, dei mass media, uno stato di paralisi, di confusione, di incertezza tra la popolazione che favorisce una “stato di emergenza” che ben utilizzato faciliterà un pacchetto di leggi che abbatta gli intralci alla privatizzazione, alla presenza “eccessiva” dello stato nella scuola, nella ricerca, nella sanità…
Gli interventi saranno differenti secondo la tipologia del disastro ma saranno tutti facilitati dal collasso economico del Paese e dalla necessità da parte dello stato di indebitarsi con istituzioni internazionali quali il FMI o la Banca Mondiale ben felici di imporre condizioni terrificanti come auspicati dall’elite locale.
Nei prossimi post tratterò sui “disastri” nella Russia di Boris Eltsin, in America centrale, nel sud-est asiatico, in Europa.
Per ora un solo esempio: lo Sri Lanka.
“Lo tsunami che ha raso al suolo la costa come un bulldozer gigante ha offerto agli imprenditori edili un’opportunità che non osavano neppure sognare, e si sono mossi rapidamente per coglierla” da Seth Mydans International Herald Tribune (cit. da Naomi Klein, Shock economy) .
In effetti, imprenditori edili, albergatori, proprietari di grandi pescherecci avevano già messo gli occhi con avidità sulle belle spiagge della costa. Ma un grande movimento di popolo si era fermamente opposto alle macchinazioni che aspiravano alla privatizzazione delle spiagge e all’espulsione di pescatori dal loro habitat naturale, macchinazioni che trovavano nell’elite locale milionaria un punto di forza considerevole dato il loro disegno politico di aprire alle privatizzazioni ,al collasso delle imprese statali e ovviamente ad una politica di bassi salari e di licenziamenti. Le elezioni tuttavia non premiarono i fan di Friedman. La vittoria arrise ad una coalizione di centrosinistra che aveva saputo raccogliere la rabbia e la volontà popolare.
Non per molto piansero i vari speculatori locali. In loro soccorso intervenne un maremoto terrificante che uccise in Sri Lanka 35.000 persone, distruggendo nelle spiagge della costa capanne, barche, strumenti di lavoro .
Un disastro lo tsunami del 2004. Tanti morti e persone distrutte che avevano perso tutto. Un disastro per chi guarda con occhi umani. Un’opportunità per gli avvoltoi della borghesia locale, per “la scuola di Chicago”, per il FMI, per la Banca Mondiale .
Il governo di centrosinistra si converte come d’incanto al neoliberismo ed accoglie senza batter ciglio le durissime condizioni imposte dal FMI e dalla Banca Mondiale sulle privatizzazioni e sulle inevitabili espulsioni dalle loro terre di coloro che sono riusciti a scamparsela dallo tsunami. Le spiagge saranno finalmente liberate da persone improduttive ed arricchite invece dal grande turismo di lusso goduto in santa pace dalle persone che “contano” ben distanti dalle baracche di alluminio (predisposte dal governo) e che costituiranno delle “riserve indiane” non molto dissimili dalle baraccopoli delle grandi metropoli dove si ammassano tutti coloro che sono stati sradicati, espulsi, definitivamente emarginati.