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LETTERE MATRIMONIALI – di CLAUDIO LOLLI – ed. LAURANA
Claudio Lolli autore di libri non è una novità, ricordiamo alcune sue precedenti pubblicazioni come “Nei sogni degli altri”, “Giochi Crudeli” (con una prefazione di Francesco Guccini nell’edizione Feltrinelli 1992) , “L’inseguitore Peter H”, “Antipatici Antipodi 1972-1997”. “Rumore Rosa”
L’uscita del nuovo libro di Lolli desta molta curiosità e attenzione: “Ho lavorato su questo libro per circa 3 anni” ci dice. E’ un’opera per molti versi dai contenuti inaspettati e imprevedibili, esattamente come il titolo di copertina “Lettere Matrimoniali”. L’immagine di copertina è di Enzo Eric Toccaceli, fotografo storico di Claudio Lolli.
Trascriviamo le citazioni che apriranno il libro: 1) “…perché la vita è una goccia/ che scava la pietra del viso”, Roberto Roversi. 2) “Le piante dei piedi ancorate al suolo, ma tutto il resto di te esposto all’aria, ed è lì che la storia comincia, nel tuo corpo, come nel corpo finirà tutto. Per ora stai pensando al vento.” Paul Auster, Diario d’inverno
Abbiamo avuto la possibilità di leggere in anteprima un paio di capitoli (il primo e l’ultimo) del nuovo lavoro letterario di Claudio Lolli, subito preda della curiosità di poter avere a disposizione tutti gli altri. Al primo impatto ci sembra un’autobiografia consapevole e malinconica che scorre sulla narrazione dei pensieri più intimi di Claudio riguardanti la sua sfera affettiva (la madre e la sua compagna). E qui Lolli si confida come non mai, abbandonando il pudore di parole e sentimenti riservati, troppo spesso taciuti. L’esistenzialismo, a tratti spietato, con cui ha intriso diverse sue canzoni, qui sembra assumere toni sereni e disincantati, traspare il senso di una malinconia senza angustie nè ansie, come se l’incedere del tempo, (degli anni che passano, e soprattutto sono passati) avesse spianato la strada ad una sorridente, anche ironica rassegnazione e comprensione.
“…. Quanto ti avrò fatto soffrire con la mia vita randagia, quante poche soddisfazioni ti avrò dato. Amore però sempre anche se non so ancora cosa questa parola voglia dire. Misto a noia, insofferenza, impossibilità di una vita in comune. Tu mi hai assistito tanto, (troppo, con troppa invadenza) ma io ti ho ripagato nella tua lenta e lunga discesa agli inferi. E’ normale: forse non lo sapevi: ci sono due cose incredibili al mondo. Si esce da una meravigliosa fessura femminile a guardare il sole e si finisce in una fessura della terra a guardare il buio. E’ strano, no?” (Claudio Lolli da Lettere matrimoniali)
Un’esauriente recensione di Lauro Venturi
“Lettere matrimoniali” di Claudio Lolli è un libro che fa convivere sassate che rompono i vetri dell’ipocrisia con dolcezze sterminate ed inappellabili.
In tertiis (il professore mi correggerà se non si può scrivere), Lolli ti porta per mano in terreni e luoghi scomodi, che forse da solo preferiresti lasciar perdere. Ed entriamo anche nella camera da letto di Lolli e Signora, ma se ci venisse la tentazione di sbirciare dal buco della serratura, bè, ce ne vergogneremmo impietosamente perché (signori, si accomodino) la porta è aperta. |