Lettera a Salvini

per Gabriella
Autore originale del testo: Giampaolo Pansa
Fonte: dagospia

di Giampaolo Pansa per Dagospia – 18 ottobre 2018

 

giampaolo pansaGIAMPAOLO PANSA

Caro Matteo Salvini, sento il dovere di ringraziarla. Dopo che per anni non sono andato a votare, ho deciso che il prossimo mese di maggio mi presenterò al seggio e metterò la mia scheda nell’urna. E da quel momento non dimenticherò di esercitare il mio diritto-dovere. Però la informo che mi guarderò bene dal votarla o di votare il suo attuale compagno di merende, il tragico Luigi Di Maio, un incompetente al cubo, scelto da Beppe Grillo per comportarsi da burattino. No, voterò turandomi non soltanto il naso, a favore dell’opposizione. Anche se le forze politiche che hanno il coraggio di contrastarvi sono ridotte al lumicino e si trovano nel caos più totale.

Ho iniziato a lavorare a 23 anni e adesso che ne ho sessanta di più, devo riconoscere di essere stato fortunato. L’Italia stava attraversando il suo primo boom economico e per i giovani che non avevano paura di faticare si aprivano occasioni che oggi sembrano da favola. Ho fatto il mestiere che volevo e ho guadagnato bene perché la mia stagione professionale ha coinciso con gli anni della crescita di quasi tutta la carta stampata: quotidiani, settimanali, libri .

di maio salviniDI MAIO SALVINI

E anche un giovane che non poteva contare su genitori potenti (mio padre era un operaio delle Poste e telegrafi, mia madre una modista) guardava al futuro senza l’angoscia che ho provato grazie alla classe politica degli ultimi anni. E adesso moltiplicata grazie a lei, onorevole Salvini, e al suo comprimario di governo.

Ho guadagnato bene? Si. Ho rubato? No. Ho evaso le tasse? No, ho pagato e pago fino all’ultimo centesimo. Ho chiesto condoni? No, neppure per una multa. Ho lavorato in nero? No, mai. Lavoro ancora adesso e pago sempre le tasse, così come ho pagato il fior di contributi previsti dalle leggi in vigore per garantirmi una buona pensione di vecchiaia. Dimenticavo di dirle che non sono mai stato un baby pensionato, poiché ho lasciato il mio posto di lavoro a settanta anni.

Giampaolo PansaGIAMPAOLO PANSA

La mia è una pensione d’oro? No, la mia è soltanto una pensione buona. Non ho avuto nessun regalo. Al contrario, è al di sotto del dovuto perché per alcuni anni sino allo scadere dei settanta, ho pagato i contributi a favore dei miei giovani colleghi. Ho anche versato contributi di solidarietà? Sì. Lo Stato me li ha imposti, ma non avrei rifiutato di farlo senza nessun obbligo. Adesso però la misura è colma.

Lei, onorevole Salvini, si sta dando parecchio da fare per condonare le tasse agli evasori. E si sta preparando a tagliare la mia pensione trattandomi da ladro. La sua fortuna politica è legata alla stupida arroganza di chi l’ha preceduta al governo, ma soprattutto trae origine dall’aver fomentato per anni la paura degli italiani. Per prima, la paura dei neri che vivono tra noi. Non ha soltanto sfruttato l’ignavia pasticciona di chi c’era a Palazzo Chigi, no! Lei ne ha fatto una linea politica che pesca nella paura normale per il diverso, trasformandolo nel colpevole di tutti i nostri mali nazionali.

Fomentare questa paura dichiarandola in modo ossessivo a ogni ora del giorno e della notte, è diventata una strategia politica. E siccome sembra avere un successo crescente, lei si sta dedicando a un nuovo nemico degli italiani: altri italiani che con la loro fatica hanno reso forte la nostra repubblica. Noi che non percepiamo pensioni da fame siamo trattati come dei disonesti, degli approfittatori, insomma dei rubamazzo a danno di chi ha poco o niente.

BOERI BY CARLI - STRATEGIA DELLA PENSIONEBOERI BY CARLI – STRATEGIA DELLA PENSIONE

Il capolavoro che passerà alla storia di questo nostro disperato paese di creduloni è di avere additato come ladri gli onesti. Di averci riportato al clima della guerra civile tra italiani dove non si usano più i fucili (per il momento) ma la gogna, l’invettiva, l’insulto sputacchiato nell’etere con ogni mezzo. Mia nonna Caterina diceva sempre a proposito delle malelingue: “A forza di ripetere bugie, qualcosa resterà”. Ecco lei ha adottato il sistema delle malelingue.

Si dice che alle prossime elezioni lei e il suo comprimario di governo prenderete molti voti. E’ probabile, però tenga presente che come me tanti altri italiani torneranno ai seggi che avevano disertato per anni. E non è detto che seguiranno l’esempio di quelli che l’hanno votata l’ultima volta. E non creda troppo ai sondaggi: assomigliano all’oppio che ti impedisce di intuire la verità.

E tenga presente, onorevole Salvini, che i risparmi delle famiglie stanno già soffrendo per merito vostro. Se riuscirete a varare la famosa manovra, molti vedranno che avrete tolto agli onesti per dare ai fannulloni e ai disonesti. E allora che cosa accadrà? Rammenti un vecchio detto popolare che recita: temete l’ira dei calmi.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.