Letta su Renzi e Berlusconi precursori di Salvini e sul “frontismo” di Calenda

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Huffington Post, Fabio Martini,
Fonte: huffingtonpost, La Stampa,

Su Google ho trovato spiccioli del pensiero di Enrico Letta provenienti da articoli del bravo giornalista Fabio Martini su “La Stampa” che riporto perchè nella sostanza li condivido sia sul fatto che Berlusconi e Renzi “sono i precursori dei populisti attualmente al governo del Paese” sia sui limiti della proposta di Carlo Calenda del fronte antipopulista per le elezioni europee.

La brutale sostituzione di Enrico Letta con Matteo Renzi voluta dalle èlites del Paese a partire dal gruppo De Benedetti/La Repubblica con la complicità di Giorgio Napolitano e della stessa sinistra Pd – orfana di Pierluigi Bersani ricoverato in ospedale e con l’emarginazione di Massimo D’Alema, è stata l’inizio della fine di una pagina del centrosinistra desolante a partire dai gruppi parlamentari Pd tanto spietati quanto ignoranti, a militanti e fans incapaci di un ragionamento politico e umano. (gian franco ferraris)

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di Fabio Martini su La stampa

pagina 162 di un libro fin lì scritto con intenti autocritici, improvvisamente Enrico Letta cambia registro e personalizza: «Come non rendersi conto che certe prerogative usate per definire populisti Salvini e Di Maio hanno albergato, più o meno clandestinamente in Berlusconi e in Renzi?». Così chiaro non lo aveva detto nessuno: il Cavaliere e l’ex sindaco di Firenze sono i precursori dei populisti attualmente al governo del Paese. Per quel loro, comune «appello diretto al popolo»

dall‘Huffington Post – 20 gennaio 2019

“Ho apprezzato molto il suo libro. L’unica cosa che non mi convince è il frontismo antipopulista, perché è il favore più grosso che puoi fare ai populisti: offri un nemico, l’unica cosa che li unisce”. Lo dice alla Stampa l’ex premier Enrico Letta parlando di Carlo Calenda e del suo manifesto per le Europee.

Sul possibile scenario europeo dopo le elezioni, Letta commenta: “Salvini è forte quando picchia sui migranti, ma quando chiede di fare deficit scassando le regole di bilancio resta solo, trattato dai suoi amici sovranisti come un “terrone spendaccione”. Si vedrà che il fronte populista è tutt’altro che compatto. A meno che non abbia un nemico comune schierato a difesa di un’Europa in bianco e nero e con la forfora”.

Su come trattare con i Cinque stelle, Letta osserva: “Non è più tempo di teorizzare che altri partiti sono “costole della sinistra”. Bisogna distinguere le leadership dalle motivazioni del voto. Ci sono milioni di persone che il 4 marzo hanno votato M5s, ma oggi sono in silenzio e chiedono qualcos’altro. Con loro bisogna parlare, con umiltà, non certo dicendo: avete visto che avevamo ragione noi?”.

L’ex premier commenta anche l’introduzione del referendum propositivo: “Non è uno scandalo, ma un modo per avvicinare i cittadini alla decisione. Funziona se relativo a questioni puntuali e definite, come in Svizzera. Non su questioni che implicano la tenuta del governo, come sulla Brexit”.

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