Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Letta e magnata
Il Parlamento contro l’Italia? Ma davvero? Com’è venuto in mente a Letta di fare questa dichiarazione e di anteporre al Parlamento il tecnocrate Draghi, che se sta lì a Palazzo Chigi è solo perché qualcuno ha votato la fiducia al suo governo, e guai se non fosse stato così. E se la fiducia viene concessa, può essere anche ritirata (e non è peraltro nemmeno avvenuto di fatto)! Secondo un protocollo tipico di ogni democrazia rappresentativa. Un’Aula che non può togliere la fiducia, che rinuncia ai suoi poteri nella formazione dell’esecutivo sarebbe una disgrazia assoluta, altro che la caduta di Draghi, altro che la vittoria elettorale delle destre, di QUESTE destre di sottogoverno, poi.
Questa frase di Letta è l’esatto risvolto della cosa detta da Draghi, secondo cui sarebbero stati gli italiani a chiamarlo direttamente al soglio di Palazzo Chigi, non altri, tantomeno i partiti. Affermazioni speculari, entrambe, e pericolosissime, perché mettono da parte la democrazia rappresentativa per affidarci al diritto del Migliore e alla sua evocazione mistica. Pensare, anche solo per un istante, che il Parlamento sia una sorta di nemico degli italiani quando invece li rappresenta, è il segno di un’inadeguatezza, di un’inutilità, anzi di una dannosità davvero ragguardevoli. Da analfabetismo politico. Da dimissioni irrevocabili, direi.