di Fausto Anderlini – 24 luglio 2017
L’ottuplice idiozia
Pisapia è fatto così. E’ un risvegliato. Va in India e si affida a Chidvilasananda, torna a casa e si affida a Gad Lerner. Va alla festa dell’Unità, giornale prima stuprato indi soppresso e dice di trovarsi a casa sua. Gli parano davanti la Boschi e lui l’abbraccia. Una possente vocazione interiore lo spinge con calmo e disinteressato vigore a un ecumenismo senza limiti. Riluttante alla leadership e circonfuso da una sconfinata mitezza guarda tutte le creature con occhio benevolente. Salvo Fratoianni. Vuol federare tutti sciogliendo ogni cosa in una irenica melassa comunitaria. Articolo uno in primo luogo. In questo è davvero l’antirenzi. Il suo controcanto speculare. Tanto quello è volontà di potenza, brama di potere, assolutismo dell’ego, tanto questo è pura innocenza. refrattarietà al potere e inclinazione all’annichilimento del desiderio.
Egli ama, federa, fodera, cuce e ricuce. In preda a un fervore compassionevole quale si ritrova solo nelle vite dei santi. Non ci sarebbe da stupirsi il giorno che l’incontrassimo aggirarsi nudo e munito di garza e scopetta come un monaco Jaina. Oppure a cantare e saltellare chiuso in un saio arancione in compagnia degli Hare Krishna. Credo che in Pisapia sia assente ogni malizia e che egli coincida per davvero con ciò che di lui appare. Totus inpoliticus. Ma proprio per questo mi sentirei di suggerire a bersananda, massimo curatore di Articolo Uno di intervenire per tempo, prima che sia troppo tardi. Separando, se il caso, i rispettivi Karma. Per parte mia, rottamato dal renzismo in vasta compagnia, sarei riluttante a vedermi rinascere come seguace di una setta di cretini. A questa età avrei altro da fare che andare in giro con sonagli e tamburelli.
