L’errore più grave? Farsi trovare impreparati!

per Gabriella

di Lanfranco Turci – 9 luglio 2014

La storia ci dice che non si è mai visto un saltimbanco della politica come Renzi che prima o poi non sia andato a sbattere. Può cadere prima, su un incidente gonfiato dalla sua sicumera e dalla sua arroganza, o dopo, sugli scogli di una crisi strutturale per la quale non è attrezzato nè lui nè il gruppo di seguaci che lo attornia ( come si vede anche dall’agitarsi confuso nella dimensione europea). Il vero problema, oltre che contrastare nell’immediato i danni della sua azione,soprattutto sul terreno istituzionale, sta nel fatto che c’è il rischio che alla sua caduta ci sia solo una risposta populista e/o tendenzialmente autoritaria, risposta per la quale egli sta fertilizzando il terreno. Se in quel momento non ci sarà una sinistra capace di bloccare l’avventura e di condizionare comunque l’esito politico saranno guai seri per il nostro paese.

Per questo io penso che non si devono alzare barriere artificiose a sinistra e si deve invece tentare di abbattere quelle che ci sono. Ci vuole una analisi chiara dello stato della crisi in cui ci troviamo e delle prospettive sociali drammatiche che questa crisi sta ulteriormente incubando. Ci vuole una piattaforma di proposte che si possano sostenere con la lotta politica e sociale qui e ora, orientate su una traiettoria di cambiamento radicale delle politiche economiche nazionali ed europee. Secondo una ispirazione antiliberista e socialista, nel senso forte di questo termine.

NEL NOSTRO PICCOLO COME NETWORK PER IL SOCIALISMO EUROPEO PRESENTEREMO A GIORNI UN DOCUMENTO CHE HA L’AMBIZIONE DI CONTRIBUIRE A DEFINIRE QUESTE POLITICHE. Lo discuteremo con tutti quelli che saranno interessati: Sinistra PD, Sel, comitati Tsipras, associazioni e gruppi di cultura politica socialista e liberaldemocratica. Cercheremo di discuterne anche con i Sindacati e i vari movimenti di lotta organizzati. Non serve muoversi dalla ipotesi di nuovi partiti. Intanto si salvaguardino quelli che ci sono a cominciare da Sel, chiedendo loro di impegnarsi su obiettivi concreti di lotta piuttosto che nuove operazioni costituenti sotto la guida di leader improbabili e improvvisati. Soprattutto si creino comitati unitari per obiettivi specifici in sede locale e nazionale. Sicuramente uno di questi è il Referendum contro l’austerità cui abbiamo già aderito in tanti. L’altro urgente è il contrasto alla legge elettorale dell’Italicum. Credo si dovrebbe anche cominciare a mettere a fuoco il tema del Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) , prima che ci venga servito come un passo ineludibile sulla via di una globalizzazione ancor più liberista e sregolata.

Finisco con una domanda: NON POTREBBE SEL, VISTO CHE HA ANCORA UN GRUPPO PARLAMENTARE IMPORTANTE, FARSI PROMOTRICE DI UNA ASSISE NAZIONALE APERTA A TUTTA LA SINISTRA, PER UN PROGRAMMA MINIMO PER IL LAVORO, CONTRO LA POVERTA’? O QUALCOSA DI SIMILE?

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