L’EQUILIBRIO NECESSARIO
Per riprendere quanto abbozzato nei due studi precedenti su Edipo e Fausto, va ribadito che nell’esperienza del quarto periodo post-atlantico prevaleva ed agiva Lucifero, mentre nella nostra epoca predomina l’influenza di Mefistofele. Si tratta di prevalenza e predominio, sebbene entrambi come visto siano presenti nelle due epoche ed operino vantaggiosamente quando si fanno equilibrio.
Infatti Edipo per risolvere l’enigma fa appello alle forze che sono connesse con il processo dei nervi, le forze mefistofeliche, ma le assume in modo sano nella sua natura. Esse non diventano un inseparabile accompagnatore come oggi accade, ma aiutano con la forza del ragionamento ad affrontare positivamente l’enigma. La Sfinge che simbolizza Lucifero deve essere ricondotta al suo posto, deve essere sconfitto ciò che vive nei processi del respiro e del sangue, e per fare ciò Edipo deve rafforzare l’altro polo dei nervi a partire dalla sua individualità.
Nel caso di Fausto succede esattamente l’inverso. Tutto ciò che l’Io si è guadagnato nell’evoluzione dell’Umanità e risiede nella testa deve essere espulso. Fausto vuole liberarsi da tutto ciò che dipende dal capo e ciò gli riesce quando accoglie dentro di sé la natura luciferica nella giusta misura adeguata allo scopo.
Affinché l’Io potesse rafforzarsi era necessario che le forze di Mefistofele penetrassero in Edipo, simbolo dell’essere umano della quarta epoca, mitigando l’eccesso di Lucifero.
M a differenza del passato nell’essere umano del presente questo Io è divenuto troppo forte e con radici nella materia. Posti a confronto con l’essere mefistofelico che lo accompagna come una seconda natura, dobbiamo metaforicamente spingere in giù quanto abbiamo accumulato nella testa. Nell’Io che risiede nei processi dei nervi si sono depositati la filosofia, le scienze, la medicina ed anche la teologia. Ecco il problema che assilla Fausto.
Dobbiamo di nuovo liberarcene approfondendo i fatti spirituali e le connessioni con quel mondo cui l’Io appartiene. Questo comincia ad accadere quando diveniamo coscienti del fatto che non viviamo solo in un corpo umano e nel mondo fisico, ma siamo anche cittadini dei mondi spirituali. Durante il quarto periodo post-atlantico si doveva aspirare con ogni forza a sviluppare la coscienza dell’Io nel corpo fisico, oggi il compito è molto diverso: divenire coscienti dell’appartenenza ai mondi spirituali.
Nel gioco della vita intervengono continuamente Lucifero e Mefistofele. Il bene ed il male ci appaiono come due estremi della polarità che dà il colore e il tono alle nostre esperienze. Sono entrambi principi attivi che agiscono in tutte le sfere dell’esistenza. Tralasciamo per ora l’origine di questi principi e proviamo a caratterizzarli più precisamente, perché l’argomento del bene e del male è più complesso della semplice dualità. Il fatto è che ci troviamo di fronte a due tipi di forze diverse e ben differenziate. Il principio luciferico sta ad indicare l’influenza che ci spinge a vivere come in una torre d’avorio di sognatori, alienandoci dai problemi reali con potenti fantasie, nutrendoci di dubbi ed alimentando fanatismi. Il principio mefistofelico d’altra parte ci spinge a dimenticare la filiazione spirituale e a dirci che nulla esiste al di là della materia e dell’energia fisica. Per mezzo di esso diveniamo materialisti convinti di essere solo meccanismi biologici che cessano di funzionare alla morte. Ci fa considerare sotto prodotti di combinazioni casuali di elementi chimici in un universo senza scopo.
Il principio luciferico era molto attivo nel passato specialmente nella cultura orientale, con l’enfasi posta sull’interiorizzazione e sulla liberazione dai vincoli dell’esistenza terrestre per passare ad essere dopo la morte una goccia nell’oceano dello spirito. Il principio mefistofelico si è affermato sempre più a partire dalla rivoluzione scientifica e industriale quando nella cultura occidentale l’attenzione si è posta sull’indagine della materia e lo sfruttamento mediante la tecnologia.
Entrambi principi si sono rafforzati e sono divenuti poderosi, e per metterli in prospettiva valga l’esempio seguente. Se assumiamo un cibo sano ed equilibrato la nostra salute se ne gioverà. Se invece assumiamo una droga, gli effetti possono essere dannosi, ma in due direzioni distinte. Alcune droghe possono oscurare e intorpidire la coscienza; altre possono avere l’effetto diametralmente opposto di intensificarla. Lucifero in qualche modo ci spinge fuori di noi, mentre Mefistofele ci vincola eccessivamente all’esistenza fisica materiale. Entrambe condizioni sono deviazioni eccessive dalla salutare condizione della nostra anima.
L’analogia ci mostra che la polarità tra bene e male è più complessa e articolata, e che ciò che conta è l’equilibrio tra queste tendenze spirituali diverse. Entrambe nei loro limiti possono essere volte a nostro favore se le riconosciamo, l’una ci spinge ad allontanarci provvisoriamente dalla materia e l’altra ci aiuta a pensare con chiarezza. Ma chi pensi che non c’è niente tra qui e il muro di fronte, che siamo soli nel mondo dei sensi e delle percezioni, è meglio che abbandoni questa lettura ora stesso.
Posso qui aggiungere per concludere la frase che W. Goethe mette in bocca a Mefistofele, il quale si dirige a Fausto esclamando:” Il popolino non si accorge mai d’avere innanzi il diavolo in persona, nemmeno se questi lo afferra per il bavero”.
FILOTEO NICOLINI