L’elefante “Stati Generali” ha partorito il topolino “riduzione delle tasse”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: i gessetti di Sylos

L’elefante “Stati Generali” ha partorito il topolino “riduzione delle tasse”

La scelta di un nome storicamente evocativo, “Stati Generali”, era lecito che creasse delle aspettative conseguenti, addirittura “rivoluzionarie”, … e invece?
Invece alla fine della pomposa assise la proposta emergente e le conseguenti discussioni e polemiche riguardano sempre e solo le tasse, a ulteriore testimonianza della miseria del dibattito politico ed economico italiano di questi anni. “Riduciamo l’Iva di dieci punti percentuali” (Conte). “No, non basta, bisogna riformare l’intero sistema tributario” (il governatore Bankit Visco). “No, riduciamo il cuneo fiscale” (Pd). “No, riduciamo le tasse sul lavoro” (Sindacati e Confindustria). “Va bene, ma per poco tempo e poi l’Iva deve aumentare a un livello superiore a quello di prima” (Tabellini).
Come ho già scritto un’altra volta, se c’è un modo per testimoniare e certificare il nostro declino è proprio questo. Litigare e impegnare il dibattito pubblico relativamente al nostro futuro, su qualche punto di riduzione delle tasse è veramente miserabile. La nostra produttività declina da più di venti anni, i nostri migliori cervelli scappano all’estero, premessa a un ulteriore declino, e la principale preoccupazione della nostra classe dirigente (politica e non) è quella di ridurre le tasse.
Se Conte voleva veramente dare un senso alle assise che ha promosso a Villa Pamphili, doveva pervenire a qualche annuncio veramente rivoluzionario, per esempio: “Signori, faremo uno stanziamento straordinario per le università, per la scuola e per la ricerca, tutto il resto verrà dopo”.

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