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di Luca Billi 21 marzo 2019
Cos’è una poesia? Etimologicamente, risalendo al greco antico ποιέω – che significa fare – è una cosa fatta, una creazione. Al di là di questo, è però qualcosa difficile da definire, anche se tutti noi, compresi quelli che sono poco avvezzi alle poesie, probabilmente anche chi non ne mai letta una e perfino chi non sa proprio leggere, la saprebbe riconoscere, quando ne vedesse una. Sono quelle lettere in un rapporto del tutto particolare con il resto della pagina. Ovviamente una poesia è una cosa un po’ più complessa di un insieme di parole al centro di uno spazio bianco, però la “cosa” poesia è in parte questo. In più una poesia è musica e qui quell’insieme di parole si apre magicamente all’infinito.
Borges – che aveva una particolare capacità di raccontare l’infinito – costruisce la sua infinita biblioteca, come l’insieme di tutti i possibili libri in cui si susseguono le sequenze dei venticinque simboli ortografici in tutte le loro possibili combinazioni. Dopo aver terminato questa terribile costruzione, geometrica e barocca, l’autore argentino si rende conto che
a rigore, basterebbe un solo volume, di formato comune, stampato in corpo nove o in corpo dieci, e composto d’un numero infinito di fogli infinitamente sottili.