Legge elettorale, altro che modello tedesco: capilista bloccati e multicandidature

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Domenico Gallo e Alfiero Grandi

di Domenico Gallo e Alfiero Grandi – 2, giugno 2017

Abbiamo sempre chiesto che la nuova legge elettorale venisse approvata da una ampia maggioranza del parlamento, questa condizione sembra avverarsi, insieme al definitivo abbandono dell’Italicum, degno erede del Porcellum. L’Italicum descritto come la legge elettorale piu’ bella del mondo ha battuto un record unico, è stata approvata ricorrendo a voti di fiducia ed altri trucchi ma non e’ mai entrata in vigore. Un vero ed inutile spreco.

La nuova legge elettorale ha un impianto proporzionale e anche questo è positivo ma non è il sistema tedesco come si vuole fare credere. Questo perche’ in Germania la legge elettorale prevede che gli elettori possano votare in modo diverso, con due voti, uno per i candidati nel collegio uninominale e uno per le liste di partito del proporzionale. E’ un punto decisivo che di fatto premia i partiti piu’ forti a danno dei piccoli, aggiungendosi alla soglia del 5%, che favorisce ulteriormente le formazioni politiche maggiori. Il voto unico condiziona fortemente la libertà di scelta degli elettori nel collegio uninominale, mentre nel proporzionale non vi è alcuna libertà di scelta perché si vota su liste bloccate. In sostanza i parlamentari saranno tutti nominati dai capi partito e gli elettori non avranno alcuna possibilità di scegliere i propri rappresentanti.

Chiediamo con forza che anche in Italia gli elettori possano votare come in Germania in modo distinto, con due voti, uno per i collegi uninominali e uno per le liste dei partiti nel proporzionale; chiediamo che le liste dei partiti non siano bloccate e che i parlamentari siano eletti sulla base delle indicazioni degli elettori.

La richiesta che facciamo con forza e’ di chiudere la serie dei parlamenti non rappresentativi, in nome dell’esigenza di dare autorevolezza ai rappresentanti che debbono rispondere del loro operato agli elettori, non ai capi partito.

Per queste ragioni, che riteniamo decisive, prenderemo tutte le iniziative necessarie per propugnare la modifica della legge elettorale in discussione ora alla Camera e continueremo al Senato se il testo non verrà cambiato.

La nostra autonomia, dimostrata durante la campagna per la vittoria del No, ci consente di apprezzare le novità ma anche di denunciare con forza trucchi e storture di questa proposta di legge. I difetti non sono marginali ma riguardano aspetti che riteniamo fondamentali per un corretto rapporto tra eletti ed elettori.

Per questo facciamo appello ai Comitati, ai cittadini alla mobilitazione a sostegno dei diritti di partecipazione dei cittadini  e ricordiamo che questo parlamento di nominati dovrebbe evitare di tradire ancora una volta il rapporto con gli elettori.

Non possiamo accettare schiaffi alla democrazia, per questo invitiamo tutti ad aderire alla manifestazione nazionale promossa dalla Cgil il 17 giugno per denunciare il trucco di un governo e di una maggioranza che prima abrogano le norme sui voucher per paura di una nuova sconfitta referendaria e poi, scaduto il termine del referendum,  li reintroducono facendosi beffe dei cittadini e della Costituzione.

 

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