di Alfredo Morganti – 14 giugno 2018
Il Mediterraneo lo sappiamo è diventato una grande tomba. Nelle ultime ore altri 12 corpi si sono aggiunti alle precedenti migliaia di sommersi. Corpi di povere vite, corpi di emigranti e fuggitivi. Nessuno li ha raccolti quei corpi, nessuno ha potuto. Né la Trenton della US Navy, che aveva preso con sé i 40 superstiti, né la Sea Watch 3, a cui era stato chiesto di farsene carico a sua volta, disponevano di celle frigorifere. L’incertezza sull’approdo, rendeva rischiosa l’accoglienza dei vivi, immaginate dei morti. Che sono stati alla fine abbandonati in mare, senza nemmeno un’ultima cura, un’attenzione, una sepoltura. Non vite, ma relitti di una bufera storica di cui sono state soltanto povere vittime.
Che la pietà sia morta è cronaca. Che senza pietà, soccorso, empatia per le vittime, prossimità agli ultimi non nasca nulla di buono, è conseguente. Le donne e gli uomini ridotti a numeri, quantità, percentuali, rapporti, campionature oppure a mera energia lavorativa, a sussistenza, a forza lavoro senza umanità e senza bios non lascia presagire, per il futuro, alcuna pregevole idea di socialismo, al più un nuovo regno delle quantità e della crescita, forse peggiore del precedente. La pietà scambiata per buonismo, oltre che abbaglio da ignoranti, produce infine un totale travisamento del senso delle vite umane e della necessità che esse siano protagoniste e partecipi, e non vite di scarto di un socialismo azzoppato.
Quando l’umanità finisce nel ghetto delle premesse per essere subito dimenticata nella considerazioni successive, quando ci appare ‘scontata’, di prammatica, allora vuol dire che essa si è eclissata e non partecipa di null’altro, tanto meno della politica grande o piccola che sia. Va a finire che davvero lo spazio impolitico contenga più di quanto oggi la politica, della sinistra in primis, riesca a trattenere e a far valere. Non basta fare ‘progetti’ e analisi fredde e minuziose, quindi, per garantire una renovatio. Senza considerare a pieno la qualità delle vite, a partire da quelle più disagiate e sofferenti, senza mettere l’umanità al centro e non in premessa, tutto è un disastro sin d’ora. E si spiega anche così il carattere di una crisi profonda e apparentemente senza uscita della sinistra, in tutte le sue declinazioni. Grandi o piccole.