Le statue e le scatole ‘a mia insaputa’

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti,

di Alfredo Morganti – 28 gennaio 2’16

Renzi non è uno statista, non è uno che ha fatto una alta scuola di pubblica amministrazione, né viene da chissà quale battaglia politica, culturale, ideale o specifica esperienza internazionale. E quindi si esagera, lo dico con ironia ovviamente, a sottoporlo alle forche caudine della politica, esigendo che sappia indicarci una effettiva via d’uscita dalla crisi. Diciamo che è un outsider di provincia, che ha scelto fondamentalmente la comunicazione come leva destinata a fargli strada sino a Palazzo Chigi in un battibaleno. Ma proprio per questo, per questa sua scarsa affinità con la grande politica e, invece, grande familiarità con la propaganda e i tweet, resto basito dinanzi alla toppa clamorosa da lui rimediata nella vicenda delle statue inscatolate à la Amazon. Perché questo è stato: un errore marchiano. Nelle forme, innanzitutto. Perché la scatola? Davvero una soluzione rozza e volgare, persino tecnicamente controproducente. Crozza ha parlato di statue trasformate in comodini di Ikea. E così è, difatti. Soluzione sciocca e poco elegante. La scatola somiglia tantissimo al burqa, peraltro. Nelle forme, dunque, ma anche nella sostanza. Al di là delle questioni di censura verso l’arte, che in Iran pare non sia più così ferrea, c’entrano forse di più le questioni politiche. Si dice che il presidente iraniano temesse di essere fotografato dinanzi alle nudità, perché di ciò avrebbe potuto giovarsi la propaganda fondamentalista interna, in vista delle prossime elezioni. Politica politica, dunque, più che censura verso i prodotti dell’arte occidentale. Ma se davvero è così, perché imporre i musei capitolini e il Campidoglio? E non luoghi dove questo rischio fosse minore? Questo è il vero mistero, la vera sciocchezza, ingigantita crassamente dall’inscatolamento rimbalzato sui media mondiali. C’è modo e modo di mostrare ‘rispetto’ verso un ospite. Di sicuro non è rispettoso creare una situazione di tale imbarazzo, né finire sulle prime pagine dei giornali internazionali, tanto meno impacchettare le belle forme dell’arte classica come se fossero un merce acquistata online. Gli ospiti meritano più cura e più sobrietà della cagnara e del gioco a rimpiattino finale sulle responsabilità. A guardar bene, in fondo, dinanzi al fuggi fuggi e all’indignazione profusa tanto al chilo, stiamo assistendo soltanto all’ennesimo capitolo del filone denominato: ‘a mia insaputa’

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