Le sentenze si applicano e non si manipolano

per Gabriella
Autore originale del testo: Gianfranco Pasquino
Fonte: Alto Adige
Url fonte: http://altoadige.gelocal.it/italia-mondo/2015/05/19/news/le-sentenze-non-si-manipolano-1.11451951?id=2.2850&fsp=2.2851

di Gianfranco Pasquino – 19 maggio 2015

Le sentenze della Corte Costituzionale si applicano, non si manipolano. Poi, un governo capace provvede rapidamente a modificare, senza violare la Costituzione, le disposizioni di legge che hanno dato origine a inconvenienti, nel caso del blocco delle pensioni, di enorme impatto sul bilancio dello Stato. Restituire ai pensionati 2 miliardi di Euro su un totale stimato di 18 miliardi significa sicuramente evadere quanto scritto dalla Corte ed esporre il governo a probabili sconfitte in caso di ricorsi. Dovrebbe anche seguirne, a meno che la Corte abbia “scherzato”, una replica immediata ad opera degli stessi giudici che hanno il dovere di difendere il loro operato e di imporne la completa osservanza. Hanno forse i giudici la coda di paglia poiché la loro sentenza potrebbe non essere ineccepibile? Non sarebbe ora che la Corte trovasse il modo di informare i cittadini e l’opinione pubblica delle diverse posizioni assunte dai giudici e delle diverse motivazioni? La trasparenza potrebbe spingersi fini alla pubblicazione delle opinioni dissenzienti dalle quali capiremmo anche la qualità dei giudici e grazie alle quali potrebbe emerge una giurisprudenza alternativa.

E’ giusto sollevare criticamente alcune obiezioni alla sentenza emessa. Primo, quasi quattro anni per emettere la loro valutazione appare un termine troppo lungo soprattutto su una tematica che riguarda il benessere dei cittadini e il cruciale rapporto fra Stato e cittadini. Secondo, la rottura del pareggio fra giudici a favore del risarcimento e giudici contrari è stata determinata dal Presidente il quale, forse inevitabilmente, ha ritenuto che una decisione dovesse essere comunque presa. Attendere il giudice indisposto sarebbe stato possibile. Lo si è evitato magari conoscendo la sua posizione, in questo caso probabilmente contraria al risarcimento? Però, esistono anche molte altre responsabilità. In particolare vi sono le responsabilità del Parlamento e dei partiti di non avere proceduto sollecitamente alla nomina dei due giudici costituzionali mancanti. Qualche tempo fa, la cattiva scelta dei candidati alla Corte portò a uno stallo di lungo periodo e a più di venti inutili votazioni. Qualcuno continua a credere che la Corte funzionerebbe meglio se vi fossero rappresentanti di stretta osservanza della loro area politica: centro-destra, democratico, leghista e dovrebbe arrivare anche il momento del pentastellato. Renzi ha già fatto filtrare la sua cattiva intenzione di nominare un “fedelissimo”. I giudici costituzionali dovrebbero essere “fedelissimi” soltanto della Carta costituzionale, evitando, cosa che molti di loro non hanno fatto, di “posizionarsi” per cariche da ottenere alla scadenza del loro mandato di nove anni. Comunque, una Corte senza plenum configura una ferita alla Costituzione e impone che Parlamento e partiti si assumano le loro pesanti responsabilità.

Naturalmente, ci sono anche le responsabilità dei ministri e dei parlamentari. E’ oramai da più di un decennio che ferve il dibattito e si moltiplicano gli interventi sul sistema pensionistico. Possibile che né i ministri e i loro staff né i parlamentari e i loro consulenti, quando non sono semplici “portaborse”, non abbiano sentito la necessità di verificare se il blocco delle pensioni non fosse di dubbia costituzionalità? Sarebbe interessante sapere se neanche i funzionari di Camera e Senato hanno segnalato i rischi di incostituzionalità e, se lo hanno fatto, perché i loro pareri non sono stati adeguatamente recepiti.

Nel complesso, sia dalla sentenza in sé sia dai tempi e dalle modalità con i quali vi si è giunti sia dalle responsabilità dei soggetti coinvolti: giudici, ministri e staff, parlamentari e consulenti, partiti, emerge lo spaccato di un sistema che complessivamente funziona male e risulta inadeguato. In un modo o nell’altro, il costo lo pagheranno i cittadini. Non saranno né la riforma elettorale né la trasformazione del Senato in assemblea numericamente più piccola e non elettiva a produrre miglioramenti. La produzione legislativa tanto del governo quanto del Parlamento deve essere meglio congegnata senza fretta, con maggiore competenza. Questo è il vero significato di governabilità. A questo compito dovrebbero prioritariamente dedicarsi i riformatori consapevoli.

Pubblicato AGL 19 maggio 2015

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