Le mosse del cavallo di Salvini

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Pina Fasciani

di Pina Fasciani – 8 giugno 2018

Lo so fa male vedere Salvini scorrazzare dalle Alpi alle Piramidi a seminare odio e paure sugli immigrati. Fa male vedere un popolo di emigrazione come il nostro, che ha sofferto e ha pagato prezzi altissimi anche in termini di perdita di vite umane, ridotto e dipinto come una canea razzista , ostile a ogni straniero, con Salvini che ne raccoglie il disagio e lo usa a suo favore.
Salvini continuerà con l’odio, perché sa che quella è la cifra che gli consente di aumentare i voti.
Gli ultimi sondaggi lo dicono.

Non sarà un Ministro degli interni accorto, userà il pugno di ferro, userà le forze di polizia in scontri e sfollamenti, presidiera’ i territori con interventi coercitivi, chiuderà in luoghi di detenzione ogni nero, creerà un clima di scontro .
Non interessa a Salvini creare equilibri, governare il fenomeno. A Salvini interessa l’opposto, far deflagrare il fenomeno per alzare cortine, muri. Un clima da guerra civile.

Una cortina alta quanto il suo interesse a egemonizzare il Governo per proporsi come Dominus della destra.
Spazzerà per questa via il centro, la sinistra e lo stesso Movimento 5stelle.
Trascinerà nell’inferno tutti, producendo ulteriore radicalizzazione e insicurezza. Saremo tutti più esposti anche ai terroristi.

Un Paese che avrebbe bisogno di un clima cooperativo, costruttivo, equilibrato per affrontare i gravissimi problemi economici, per affrontare con serietà le disuguaglianze, la mancanza di lavoro, si ritroverà a parlare di rimpatri per 600 mila persone. Un problema a dimensione di una media città italiana. Ma è una leva per non pensare al resto. Questa è la verità. La mossa del cavallo.

Come è la verità che il M5Stelle si ritroverà a dover parlare di Ilva, Alitalia, Sviluppo economico, lavoro. A risolvere temi annosi e pesanti che richiedono scelte decisive e rischiose se vogliono mantenere il cambiamento promesso. Un banco di prova, per loro, non per Salvini. Il contratto ha diviso i compiti e paradossalmente divide anche le responsabilità. A Di Maio le mediazioni, a Salvini il comando. Altra mossa del cavallo di Salvini.

È evidente che ci sono gli elementi di una deflagrazione tra i due contraenti. Troppo squilibrio sui rischi .

La sinistra, nel frattempo non si attardi sui congiuntivi, sugli uomini più o meno di paglia , sui titoli di studio, sulle ca@@ate, si dia da fare subito per tornare a parlare la sua lingua, quella della politica, e scelga finalmente di farsi popolo, quel popolo che ha lasciato agli altri.

Lo scacco matto può essere più vicino di quello che pensiamo.

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