Le fake news e la priovra

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 26 novembre 2017

Il PD dice di essere l’avversario del centrodestra e Renzi vorrebbe sfidare direttamente Berlusconi. Ma intanto si augura che la corte europea lo salvi dalla interdizione politica. Mentre lo scontro vero, la polarizzazione vera è tra PD e Cinque stelle. Polarizzazione e scontro diretto che, come ha redarguito il prof. Quattrociocchi, non pagano, anzi. La battaglia Renzi-Grillo, per dire, adesso è sulle fake news. Ed è curioso come il sistema politico italiano, ormai quasi integralmente costituito da populisti di varia sfumatura e coloritura, si rinfacci la presenza di notizie false nel circuito mediatico. Quando è invece esso stesso a legittimarle, almeno da un punto di vista formale. Che cos’è il populismo, difatti, se non la ricerca di un cortocircuito secco, antistituzionale tra vertici della politica (i leader, i capi, le oligarchie) e il ‘popolo’, la ‘gente’, presa nella sua più immediata e opaca espressione? È proprio l’assenza di ogni mediazione a ingenerare il fiorire di notizie false, spesso falsissime, che entrano nel gioco dei media e condizionano migliaia di persone. Se l’opinione pubblica non fa più filtro, se la stampa non informa, se le istituzioni sono denigrate e fuori gioco, se la rete delle relazioni informative è strappata, se i social sono una specie di pozzo nero senza recinto e, soprattutto, se la politica ‘salta’ le articolazioni istituzionali e le intende come una specie di zavorra, tutto può davvero circolare incontrollato. La ricerca di immediatezza politica fa cadere ogni filtro e ogni controllo. L’idea che la mediazione sia sbagliata, sia una perdita di tempo, sia controproducente e che il potere più è senza lacci e meglio è, ha impresso una pessima rotazione alla sfera della politica. Io credo che si possa dire che il populismo, in questa era di gigabyte che circolano veloci su cavi e fibre ottiche sempre più potenti, sia la prima delle cause del veleno informativo che circola senza mediazioni e intorbidisce l’aria.

Dunque, cosa vuole la politica che ambisce a ridursi a due terminali soltanto (Capo e Popolo), in spregio a ogni articolazione politico-istituzionale? Cosa vogliono Renzi e i grillini che si rinfacciano accuse? Nulla, non possono volere nulla, se non sguazzare organicamente in questo sistema. Sono padri e figli di un ambiente politico spogliato di controlli e filtri, sono pesci nell’acqua della rete, entro cui sguazza chiunque, a qualunque titolo. La polemica sulle fake news è una specie di teatro, quindi, dove recitano pessimi attori. Che fare, allora? Ecco: rimettere in sesto il sistema delle mediazioni, potenziare l’informazione, ristabilire livelli decenti di partecipazione politica. Tutto ciò non può prescindere dalla rinascita di un sistema dei partiti in senso forte. È qui un pezzo del busillus, non altrove. Senza il filtro di organizzazioni che favoriscano la partecipazione e dunque la consapevolezza e il controllo, non c’è speranza. Per dire, se qualcuno racconta che Laura Boldrini era al funerale di Riina, se fosse noto a tutti che un funerale pubblico di Riina non c’è mai stato, quella notizia sarebbe spernacchiata, non riceverebbe migliaia di condivisioni in rete da migliaia di ignoranti in senso tecnico (taccio della malafede). Oggi invece tutto tende a ridursi all’unto del signore di turno, all’uomo nuovo o della provvidenza. Alla sua capacità di parlare direttamente al cuore e alla mente (e spesso agli interessi materiali) della gente. Si sviluppa una ‘propaganda’ che si serve di tutto, anche e soprattutto delle menzogne, perché il sistema è diventato una specie di mollusco, senza nervature, senza articolazioni, flaccido e pervasivo, con un piccolo cervello e tante braccia che gesticolano, e che produce dati e byte informativi senza nemmeno chiedersi più se la cosa sia vera (non in senso filosofico, ma pratico), ma solo se sia efficace o vantaggiosa. Oggi conta solo vincere senza nemmeno chiedersi come, con chi e perché. In mano a una piovra così, che verticalizza tutto e tende a soffocare le intermediazioni e la cultura istituzionale, si può solo morire strozzati.

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