Le elezioni anticipate del cadetto di Guascogna

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 24 novembre 2016

Aspettatevele le elezioni anticipate, e non perché ve ne sarà davvero bisogno così a breve. Aspettatevele, sia che vinca il Sì sia che vinca il No. Renzi non è tipo che prenda atto serenamente di un risultato elettorale, qualunque esso sia, non è tipo che possa collaborare o impegnarsi in alcunché, a parte il proprio trionfo personale. Esclusa la collaborazione, resta la revanche. Sorda o chiassosa, poco importa. Persa (o vinta) una guerra ne serve subito un’altra e poi un’altra ancora. Come i giocatori d’azzardo che fanno banco a ripetizione quando tira brutta aria. La campagna elettorale ha questo sapore di revanscismo del potere, con la posta per il rilancio già pronta e l’esplicito rifiuto di ogni possibile Piano B (Renzi pare che abbia detto elegantemente ‘ai suoi’ che “i piani B vanno bene per gli eunuchi e non per me”, citato ieri da Maria Teresa Meli). Da una parte si insinua l’idea che la vittoria del No sia destabilizzante, dall’altra c’è l’esplicita volontà di chiudere in ogni caso la partita, o viceversa di tenerla aperta, restando con la baionetta in canna. Fatto sta che quella renziana è una specie di mobilitazione totale, di clima bellico permanente, di sfida cinematografica all’ok corral. Un duello al sole. Un mezzogiorno di fuoco all’italiana, con scambi, sfide, guanti lanciati e un linguaggio da spadaccino a guarnire la tenzone.

È una cosa che va bene in un serial tv (che è, poi, quello che è diventata certa politica oggi), ma che è del tutto impotente verso la realtà reale. Quella dei milioni di voucher distribuiti a pioggia e senza regole, ad esempio, alimentando il lavoro precario invece di combatterlo. Con un andamento opposto e contrario non solo alla ‘narrativa’ del governo, ma anche rispetto alla ‘narrativa’ dell’Istat, che ci parla di un’Italia felice e soddisfatta a pochi giorni dal voto. L’Italia A dei soddisfatti contro l’Italia B di chi sopravvive. 50 e 50 anche qui, sempre ad ammettere che vi sia davvero così tanta soddisfazione in giro. Ma seppure fosse, visto che dalle crisi escono anche i vincenti, siamo di nuovo spaccati in due. Con una faglia che probabilmente oggi divide il Paese in tutti i sensi possibili. E che si aggiunge alle altre, trasversalmente impegnate a fare a fette popolo e istituzioni. Ecco il dono, un altro, del cadetto di Guascogna che duella persino divertendosi a farlo. Con l’ennesimo colpo di sciabola chiamato ‘referendum’ ha tagliato il Paese, facendone strame e cocci. Hai voglia a ‘rattoppatori’ quando, dopo la tenzone, si diraderà la nebbia che ha invaso il Paese in questi anni. Ci sarà davvero un bel daffare per chi avrà la volontà e la voglia di riunificare il disperso.

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