di Gianluca Lisci – 9 agosto 2017
E’ ogni giorno piu evidente, nelle disparate dichiarazioni dei dirigenti di Articolo Uno, il tentativo di arrampicarsi sugli specchi, quando ormai è tutto invece sempre più chiaro. Ci sono due ipotesi contrapposte: quelli che vedono Articolo Uno come la realizzazione di una “corrente esterna” al PD , che vuole contendergli lo stesso spazio elettorale e il cui obiettivo è costruire nuovi rapporti di forza all’interno della stessa area di centro sinistra. A costoro andrebbe bene anche un governo con il PD di Renzi -magari in coalizione con Alfano – ma con pesi elettorali diversi. Diciamo che un PD renziano ridimensionato al 20%, Insieme al 10% e Area Popolare con un 4-5% costituirebbe, nel campo delle ipotesi di risultato elettorale, un grande successo politico, magari sancito con un governo a nuova guida Gentiloni e un programma “ammorbidito” su alcuni temi sociali. Questa ipotesi è sorretta dalla maggioranza dei dirigenti – ovviamente Pisapia in testa – e dalla minoranza della base di Articolo Uno.
L’altra ipotesi mira invece a riunificare tutta la sinistra, compreso SI, Possibile, Falcone/Montanari, associazionismo e civismo, con l’obiettivo piu ambizioso, ma forse con maggiori rischi elettorali, di rivolgersi all’area vasta dell’astensionismo di sinistra, a parte dell’elettorato dei cinquestelle con connotazioni democratiche e progressiste e ovviamente al campo dei referendari del No, uscito rinvigorito dal successo dello scorso dicembre . Questa ipotesi, chiaramente alternativa al PD renziano e ad ogni possibile accordo con esso, è auspicata dalla minoranza dei dirigenti di Articolo Uno ma dalla maggioranza della sua base, come emerge dalle assemblee pubbliche e sui social.
Questa distanza crescente tra gruppo dirigente, autoproclamatosi sia a livello nazionale che locale, e base dei militanti ha un evidente segnale di conferma: la tattica attendista di rimandare il più possibile momenti di partecipazione diretta alle decisioni, evitando quindi una conta interna dei tesserati intorno a temi fondamentali per un nuovo soggetto politico, come leadership, linea , alleanze, programma e contenuti. La storia partecipativa di Articolo Uno-MDP si è fermata a Fondamenta, la convention del 19 maggio, poi è inizia la litania, da cartellonistica stradale, del “stiamo lavorando per voi”, che vorrebbe trovare come risposta ideale della base un atteggiamento fideistico nei suoi leader. Atteggiamento assolutamente non più riscontrabile in un popolo di Sinistra, deluso e arrabbiato da troppi “comandanti allo sbaraglio” , e che vuole invece ritrovare la passione e l’impegno di sentirsi nuovamente protagonista attivo di un grande processo unitario di ricostruzione di una identità politica, sociale e culturale.
1 commento
E’ chiaro che Bersani e D’ Alema guideranno l’ ala più intransigente e dura quella che non accetta il minimo compromesso.