di Patrizia Perrone 28 novembre 2016
Siamo partite da Napoli con lo striscione di #donneperilNO in cinque, in uno degli autobus organizzati dai ragazzi napoletani dell’ex OPG, la meta era piazza della Repubblica alle ore 13.30, per unirci al corteo della manifestazione C’è chi dice NO. Ci saremmo unite alle altre donne che arrivavano da molte localita` d’Italia: Torino, Milano, Genova, Firenze, Pistoia, Viterbo, Pisa, e tante altre. Ci saremmo riconosciute per le sciarpe rosse e viola, avremmo steso lo striscione con lo slogan “CAMBIA IL VENTO MA NOI NO” che abbiamo scelto on line in 16.000, e saremmo avanzate verso Piazza del Popolo, in testa al corteo come avevamo stabilito con gli organizzatori. Siamo però arrivate tardi, perchè all’uscita dell’autostrada un posto di blocco ci ha condotti in una attigua piazzola, siamo scesi, gli autobus sono stati controllati, gli striscioni aperti, gli uomini perquisiti, mentre alle donne è stata controllata la borsa (ingenui, questi poliziotti, come si fa a capirci qualcosa nella borsa di una donna?).
A un certo punto un borsellino rigonfio è spuntato dalla borsa di Marisa, era pieno di pericolose caramelle. Ci giunge un’altra notizia: hanno chiuso la Metro B per lavori. Deviamo per la Anagnina, a prendere la linea A. A causa del ritardo finiamo in fondo al corteo, le altre ci aspettavano lì, a decine, sorridenti ed ansiose, colorate. Improvvisamente Luciana, Maria, Maddalena, Patrizia, e tutte le altre avevano un volto reale, occhi, sorrisi. Sono stati abbracci, strette di mano, baci. Pensieri per quelle che a malincuore non sono potute intervenire, ma erano lì con noi col cuore. Mandateci le foto, scrivevano sul gruppo FB. Qualcuna aveva scritto No sulla sua guancia col rossetto. Selfie e scatti di un incontro sognato da giorni. Ci siamo avviati verso la meta riscoprendo però una Roma diversa, che non avevamo mai visto. Una Roma fatta di stradine secondarie, a volte persino più strette del nostro striscione, percorsi alternativi. A saperlo mettevo le scarpe da trekking. Niente turisti ai margini di Villa Borghese, niente passeggio. Dagli accessi laterali visibili piccoli plotoncini di poliziotti in assetto di guerra, con caschi e scudi, sembravano degli schieramenti di soldatini della Playmobil. Facciamo paura, siamo forse infettivi, degni di essere isolati, resi invisibili. Non c’è anima viva oltre noi, a ridosso del Muro Torto. Sono noi, un fiume in piena, il popolo che dice NO.
Un popolo di studenti, movimenti, e di #donneperilNo in rosso e viola. Tutti dicono No a una deriva autoritaria, alla riduzione degli spazi partecipativi di democrazia che vogliono violare con la Riforma Boschi. Ci facciamo compagnia, cantiamo accompagnate dal megafono e dalla voce di Marcella, è diventato tutto buio. Spuntiamo nella Piazza del Popolo quasi dal nulla, dalla nebbia. Sorpresa. La piazza è quasi piena. Non so quanti saremo ma direi molti di più di quelli che radunò il PD qualche settimana fa nella stessa piazza. Sul palco la voce di Luigi de Magistris, una delle presenze più costanti nella difesa della Costituzione in questa battaglia aspra e che divide il paese, tra “maggioranza silente” e “popolo che non si rassegna”. Un intervento di cuore, molto applaudito dalla piazza, pacifica e festosa, piena di bandiere rosse. Comincia la musica. Dopo tocca a me. Salgo sul palco. Vedo la folla dall’alto, eccola qui l’accozzaglia. E’ una accozzaglia bellissima, di cui sono fiera di fare parte. E’ il popolo sovrano. E’ il popolo che combatte per i diritti di tutti, per un paese piu` giusto e non assoggettato alle regole dei banchieri.
Le donne per il NO ci sono, cara ministra Boschi, e non in prima fila a fare passerelle. Le donne per il NO sono in prima linea a combattere per la democrazia, come lo furono le madri costituenti, di cui si sentono le eredi, una eredità che pesa e porta responsabilità ma che sapranno onorare. #Matteostaisereno. Noi non lo siamo. Non lo saremo finchè vedremo in pericolo i diritti degli studenti, dei lavoratori, fino a che non vedremo attuati nella vita di tutti i giorni i principi fondamentali di quella carta che tu vuoi cambiare, secondo le indicazioni della J.P. Morgan. Non te lo permetteremo. Perchè il 4 dicembre noi ti diremo NO.