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Le cose non dimenticano,
hanno troppa memoria.
Si rammenta di noi questa finestra
che un tempo, chiusa, proteggeva
i nostri corpi, lasciava passare
uno spiraglio che ti baciava il viso.
Chi sa se vedeva la minaccia,
chi sa se piange la finestra!
Ma noi duriamo, nelle cose.
E parlano, ragionano di noi,
specialmente se si accende un lume
e lo porta una mano misteriosa.
Chi sa se piangono le cose,
se questo freddo è la loro nostalgia.
Ricordi, stanza, come l’aspettavamo?
E tu, quaderno consumato, e voi,
finestra, porta, sedia con le sue forme,
terrazzo che mi somigli, cosí sospeso,
avete atteso invano il suo ritorno?
da Nel ferro dei balocchi, Poesie 1983-2000
Roberto Carifi