Fonte: Politicaprima
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di Giangiuseppe Gattuso – 25 luglio 2016
Venerdì 22 luglio, sul Corriere della Sera, credo sia stata pubblicata una delle pagine più indegne di giornalismo nostrano.
L’autore, Pierluigi Battista, penna di lungo corso, classe 1955, una corposa esperienza giornalistica, fine scrittore e conduttore televisivo.
“Pigi”, come spesso viene chiamato, ha fatto una scoperta sconvolgente su Roma e la neo sindaca Virginia Raggi. “A un mese dalla sua proclamazione a sindaco di Roma, non può più prendersela molto comoda. Ora sull’Unità è scritto che Paola Taverna avrebbe detto di lei: «Prima se ne va e meglio è». Ecco, il tempo è tutto. Rimandare, rallentare, zigzagare, temporeggiare sarà pure in linea con l’indole romana, specie con il caldo che fa. Ma ogni giorno che passa senza che si percepisca la benché minima differenza con il giorno prima è un giorno in cui la cupa profezia della Taverna, impegnata a difendere la presenza di un suo congiunto nel Direttorio romano, potrebbe avverarsi. Mentre i topi ballano nei cassonetti. Mentre il trasporto pubblico è orribile come prima. Mentre divampa la polemica sui centurioni che ritornano davanti al Colosseo”.
Un mese. Virginia Raggi è sindaco di Roma da qualche giorno più di un mese e Pigi ha presentato il suo conto salato.
Prima le “Le difficoltà nella composizione della squadra dopo i trionfi del 19 giugno, il Pd umiliato, le periferie che hanno plebiscitato i Cinque Stelle”. Una dettagliata descrizione fatta di gossip e sentito dire per sottolineare il fatto che la Giunta romana “è arrivata finalmente, il 7 luglio, la giornata della festa: l’Aula pacificamente invasa dai Cinque Stelle festanti, il figlio della sindaca Raggi che scherzava sullo scranno della madre.
Non ha raggiunto, però, le vette al limite del grottesco di Carmine Fotia su l’Unità, proprio riguardo lo scandalo del figlio seduto al posto della mamma, durante il primo Consiglio Capitolino nell’aula Giulio Cesare. Su questo vi prego di leggere l’articolo che potete trovare cliccando qui. Da non perdere.
Ma Pigi non riesce a fermarsi e va oltre. “La città invasa dalla spazzatura va in Rete. Poca cosa, se non fosse che nel frattempo ogni giorno che passa è un altro pezzo di disastro romano che si aggrava. Quando il Corriere della Sera ha pubblicato il video dei bambini di Tor Bella Monaca con i topi che correvano allegri, Virginia Raggi si è precipitata per mettere un argine. Poi però Roma Nord è invasa dai rifiuti, i cassonetti rigurgitano di immondizia, il fetore è spaventoso e l’unica cosa di cui si parla è l’incontro segreto che si sarebbe tenuto per smaltire i rifiuti a Malagrotta. E i giorni passano ma ogni cittadino dotato di smartphone, appena vede sacchetti di rifiuti maleodoranti per strada, immediatamente lo diffonde in Rete. Se la sindaca Raggi non si sbriga, i trionfi di un mese fa rischiano di rovesciarsi come un boomerang”.
E così via passando per i mezzi pubblici vergognosi dei trasporti cittadini senza aria condizionata e puzzolenti, e, ovviamente, le Olimpiadi di Roma.
Insomma un grande servizio scritto per “avvisare” i romani, per spiegare loro che in un mese, nientemeno, la Sindaca grillina non ha ancora risolto nulla. Gravissimo.
Andiamo con un minimo d’ordine. La Giunta, come è stato più volte anticipato con dichiarazioni ufficiali, è stata presentata esattamente il giorno dell’insediamento del primo Consiglio Comunale e cioè il 7 luglio 2016. Dove sta lo scandalo non è dato sapere. E sono passati appena 18 giorni, domeniche comprese.
Ma mi chiedo: Pigi Battista sconosce come funziona la macchina amministrativa, l’apparato burocratico, di un comune come Roma, così come quelle di qualsiasi struttura operativa delle istituzioni statali e regionali? Non credo proprio. Pigi sa benissimo come funzionano le cose, come si amministra una città e come si governa un paese. E sa altrettanto bene quanto tempo occorra perché i cittadini possano “percepire” i primi segnali concreti di una nuova gestione politica.
Lo sa perché segue benissimo l’intensa opera del giovane fiorentino in carica da oltre due anni e mezzo, così come quello delle tantissime istituzioni locali governate da anni da esponenti di forze politiche diverse. Non ho notizia di altre sue così rilevanti inchieste e denunce in casi analoghi. E, personalmente, non mi sono mai sognato di andare a spulciare le attività di sindaci o presidenti di regione nei primi mesi di governo. Pensate che, per esempio, ho scritto benevolmente di Crocetta dopo sette mesi dalla sua elezione. E soltanto molto tempo dopo, ma di questo me ne faccio una colpa grave, dopo avere avuta consapevolezza della totale inadeguatezza del personaggio, ho manifestato la mia totale contrarietà.
Credo, invece, nel caso specifico, si tratti di una questione di “onestà intellettuale”. La capacità di anteporre, ai propri convincimenti, in questo caso palesemente e affettuosamente di parte, la semplice verità. Quell’onestà intellettuale che fa indignare a prescindere dagli interessi personali di fronte alle ingiustizie e che è capace di vedere le cose con onestà anche quando si hanno, per l’appunto, e legittimamente, opinioni diverse.
E un “giornalista”, le virgolette sono d’obbligo, per il ruolo importante che svolge nella società, per il rispetto che deve avere nei confronti di chi ascolta e di chi legge ha un dovere morale in più: dire sempre e comunque la verità. Anche quando il cervello potrebbe essere obnubilato da sentimenti umanamente ostili e faziosamente di parte.
Un dovere espresso benissimo, e con rara semplicità, da Letizia Leviti, giornalista di Sky, scomparsa prematuramente a soli 45 anni, nel suo commovente ultimo messaggio: “Il nostro lavoro è verità, deve essere verità. Abbiamo un debito verso i telespettatori, dobbiamo non accontentarli, dobbiamo dire la verità, ci credono a quello che diciamo e noi dobbiamo essere onesti intellettualmente. Sempre”.
Vero, Pigi?