L’agonia della globalizzazione e l’inverno della modernità

per Gabriella
Autore originale del testo: Franco Cardini
Fonte: Minima Cardiniana

di Franco Cardini – 18 marzo 2019

Cari ragazzi,

bravi. Erano anni che noialtri vecchi insegnanti che appartenevamo alla pattuglia minoritaria che spesso, anche durante le ore di lezione, parlavamo di multinazionali, di scelta delle risorse energetiche, di economia sostenibile, di rispetto per il pianeta, aspettavamo da voi un autentico segno di comprensione. Ora sembrate aver capito che si sta giocando un pericoloso gioco al profitto sulla vostra pelle, sul vostro futuro. E avete gridato alto che non ci state.

Coraggio, allora. Avanti su questa strada. Ma attenti: è una strada lunga, difficile, scomoda, rischiosa. Magari bastasse scendere in strada: avete notato come quasi tutti simpatizzino e solidarizzino con voi? E non vi sembra strano, visto che a tutt’oggi politici e media, e anche la cosiddetta pubblica opinione che si esprime sui social, non sembrano aver fatto granché nella direzione da voi auspicata.

Allora, perché non fate un passetto avanti? Perché invece di scendere in strada a protestare non dedicate un po’ più di tempo alla vostra famiglia, per esempio chiedendo ai vostri genitori se si sono mai occupati, quando càpita loro d’investire un po’ dei loro risparmi, di controllare che la loro banca non li coinvolga nell’acquisto di azioni di aziende implicate direttamente o indirettamente nella distruzione dell’ambiente? La vostra coscienza è sveglia. Lo è altrettanto quella dei vostri familiari?

E già che ci siamo, fate un passetto in più. Con quei vostri piedi che calzano Timberland o Adidas; con i vostri abiti spesso griffati. Lo sapete quanto sfruttamento di manodopera magari minorile, quanta distruzione di foreste, quanto inquinamento c’è dietro certi tipi di produzione di beni? Dopo le vostre manifestazioni, vi ho visti sciamare alla volta di certi esercizi dove si smerciano panini o bibite di quelli che voi privilegiate: non vi è mai capitato di chiedervi quando questo tipo di produzione industriale nuoce all’ambiente che voi volete proteggere? Non credete che una bella astensione sistematica da quei consumi renderebbe alla vostra causa molto di più di cento manifestazioni? Certo è più impegnativo, più difficile: bisogna studiare e organizzarsi. Perché non ci provate? FC

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