di Toni Gaeta, 23 aprile 2017
Sebbene la finalità sia quella di raccogliere in modo organizzato tutti gli scritti in un unico volume divulgativo, ancora una volta per meglio comprendere il presente, il lettore é pregato di fare riferimento agli articoli già scritti sulle civiltà dell’Antica Europa. (Vedi: NuovAtlantide.org/Cultura).
Con questo termine la maggiore ispiratrice delle ricerche, l’archeologa Marija Gimbutas, tutt’ora in svolgimento per completare la sua autorevole opera, fa esplicito riferimento a villaggi con economie basate su piante ed animali addomesticati, che appaiono in Europa fin dal VII millennio a. C.
Come i sempre più numerosi reperti evidenziano, le energie spirituali che accompagnano questo fenomeno, si manifestano in una tradizione artistica, che caratterizza tutto il Neolitico europeo, fin dal suo esordio. Poiché, non esiste creatività artistica disgiunta da una più generale creatività sociale, la Gimbutas dichiarò che “lo sviluppo di una un’economia di produzione del cibo e le successive evoluzioni culturali non possono più essere sbrigativamente spiegati come innovazioni introdotte da coloni di incerta identità, provenienti dall’Anatolia o Mediterraneo orientale” !
In realtà, i contadini autoctoni elaborano un modello che ha sue specificità, sia pur aperto a influenze e scambi con culture pre-indoeuropee, quindi antecedenti le civiltà mesopotamiche, siriane, egizie, fenicie: quelle che la storiografia ufficiale della Civiltà Occidentale pone come iniziali della Storia.
L’apice di questa civiltà tipicamente europea é raggiunto nel 5.000 a.C. (esattamente fino a quando iniziano le devastanti invasioni dei popoli indoeuropei) ed essa degnamente può assumere la definizione di “Civiltà dell’Antica Europa” !
Come si intuisce dal titolo, nel presente articolo sono poste in evidenza alcuni importanti particolari dei costumi, che i reperti costituiti dalle migliaia di statuine mettono in assoluta evidenza, giacché essi attestano una notevole ricchezza nello stile e negli ornamenti degli indumenti sia maschili sia femminili.
Informazioni sul vestiario del VII e del VI millennio a. C. sono rare, ma sufficienti a confermare la presenza di acconciature e ornamenti nelle capigliature, di collane con perline, medaglioni a pendente e cinture.
Nel V e all’inizio del IV millennio la fiorente cultura Vinca, estesa nei Balcani centrali e orientali, offre l’opportunità di capire come nel costume femminile ricorrono in modo insistente alcune combinazioni dell’abbigliamento. Le figure completamente vestite, infatti, indossano bluse e gonne fascianti oppure abiti lunghi e probabili boleri. Altre indossano gonne che cingono i fianchi o cinture che sostengono dei grembiuli, lasciando scoperti l’ombelico e la parte superiore del torso. Inoltre, gonne lunghe, aderenti e riccamente decorate sono caratteristiche di tutti i gruppi culturali della civiltà dell’Antica Europa.
Quanto alle statuine maschili, sono distinguibili almeno due tipi di abbigliamento: bluse colorate con pantaloni, che arrivano sotto le ginocchia, oppure solo cinture, pantaloncini e pettorali. Le camicie maschili esibiscono in modo caratteristico ampi scolli a V.
Le collane, presenti solo nell’abbigliamento femminile, sono composte da perle del Mediterraneo o da conchiglie dell’Adriatico, nonché da osso, pietra, rame o argilla. Comunque popolari in ambo i sessi sono pendagli d’argilla, bracciali e braccialetti di conchiglie, osso e rame !
Gran parte di ciò che é tipico dell’abbigliamento indossato nel V e IV millennio nell’Europa balcanica può essere facilmente riconosciuto nelle illustrazioni delle dee e dei loro adoratori, che si conservano su affreschi, statue, sigilli e anelli con sigillo minoici del II millennio a. C. Possiamo anzi dire che il raffinato costume femminile minoico, può rappresentare il punto culminante di una tradizione iniziata nell’Europa neolitica – calcolitica (o età del Rame).
Come le divinità e i seguaci dei loro predecessori balcanici, le dee minoiche e i devoti del loro culto, infatti, indossano sempre vesti riccamente decorate, con vari disegni e colori. Inoltre, la moda del busto scoperto é popolare in entrambi i periodi, così come quella di indossare collane e bracciali. Bluse con ampie scollature e giacché a forma di bolero, tipiche e caratteristiche dell’abito femminile minoico, furono già indossate dalle donne Vinca e da quelle dell’area balcanica orientale
In sostanza, la stessa tradizione continua fino all’età del Bronzo e termina solo all’epoca della Grecia classica. Possiamo, comunque, dire che lo stile da cerimonia minoico e miceneo dell’Antica Grecia é un lascito della civiltà dell’Antica Europa. Il parallelismo, infatti, é sorprendente !